Venezia, migranti da impiegare in lavori utili

Oggi si è svolto in Sala del Consiglio a Ca’ Corner l’incontro con i sindaci dei comuni veneziani, convocato dalla presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto per discutere una proposta di piano di accoglienza per i migranti attesi sul territorio provinciale, a seguito delle disposizioni urgenti emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dirette a fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai paesi del Nord Africa. Sono intervenuti all’incontro il Prefetto Luciana Lamorgese e il direttore della Caritas veneziana Mons. Dino Pistolato. Presenti all’incontro gli assessori provinciali Giuseppe Canali alla Protezione Civile, Giacomo Grandolfo ai servizi sociali, Emanuele Prataviera alla viabilità, e Giacomo Gasparotto all’edilizia, nonché sindaco di Gruaro. Comuni presenti all’incontro: Annone Veneto, Camponogara, Cavallino Treporti, Caorle, Chioggia, Concordia Sagittaria, Dolo, Eraclea, Gruaro, Marcon, Martellago, Mira, Musile di Piave, Noale, Noventa di Piave, Portogruaro, San Donà di Piave, San Stino di Livenza, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinea, Stra, Venezia. Nel Veneziano sono arrivati 184 migranti: 63 a Jesolo, 71 a Cavallino, 10 a Marghera presso la Caritas, altri 10 sempre ospitatai dalla Caritas in località Castello, 30 a Bibione. Altri 79 migranti circa sono in arrivo oggi, di questi 14 saranno ospitati a Mira e Marghera, a cura della protezione civile, altri 65 saranno distribuiti sul territorio. E’ stato preventivata una cifra che va dai 40 ai 46 euro per migrante al giorno, pari a 1200 euro al mese. Una cifra ragguardevole che può arrivare a cifre ben maggiori per nuclei familiari composti da due tre o più membri. Durante l’incontro è stato illustrato un piano di inserimento dei migranti su proposta della presidente Zaccariotto. Il progetto prevede una graduale integrazione dei profughi, non solo da un punto di vista abitativo e di sostentamento, ma anche di graduale acquisizione di autosufficienza, nel rispetto dei diritti e dei doveri previsti dalle norme vigenti e dalla Costituzione, e come previsto dalla Convenzione di Ginevra (in particolare art. 2, art. 9, art. 17, 21, 23). L’idea avanzata da Francesca Zaccariotto è sul modello della flex security del Nord Europa: “Io amministratore locale ti ospito e ti sostengo per il tempo strettamente necessario per garantirti una formazione (lingua, conoscenza delle regole, formazione pratica, educazione sanitaria), tu migrante in cambio contribuisci, con il tuo aiuto e piccoli lavori di pubblica utilità, al benessere della comunità che ti ospita: a titolo di esempio, abbellimento urbano o rurale, piantumazione siepi, pulizia alvei corsi d’acqua, fiumi e torrenti, manutenzioni cigli stradali, pulizia canalette di sgrondo, pittura e manutenzione pareti edifici pubblici e muretti, guardiania parchi e luoghi pubblici etc.  Per Francesca Zaccariotto “è chiaro che c’è un problema di gestione della presenza dei profughi sul territorio che si sviluppa su due livelli: quello dell’emergenza e della necessità immediata di trovare un luogo per accoglierli, e quello di pensare al domani perché queste persone si fermeranno in media da 6 mesi a un anno. Bisogna quindi pensare, per esempio nel caso di minori all’ inserimento scolastico, a programmi di mediazione linguistica, nel caso degli adulti alla loro necessità di attività lavorativa, anche per poter gestire autonomamente piccoli acquisti per la famiglia – dal quaderno per i figli ad alcuni presidi sanitari – in un momento in cui il nostro territorio è già fortemente compromesso da preoccupanti livelli di disoccupazione e di emergenza abitativa. Vorremmo che la nostra accoglienza fosse accompagnata dalla partecipazione di questi soggetti alle necessità del territorio, affinché non si generi un rifiuto da parte del cittadino verso queste persone che, pur profughi, hanno un contributo economico da parte dello stato fino a un massimo di 46 euro al giorno. Il problema quindi è tecnico, ma anche politico se pensiamo che un nucleo di 3 componenti riceverebbe contributi per 3600 euro al mese e, di fronte alle difficoltà dei nostri pensionati che spesso non arrivano a 500 euro al mese, o ai cassintegrati, capiamo come queste situazioni difficilmente possano essere comprese e accettate. La Provincia, quindi, propone un progetto costruttivo di gestione dell’emergenza e di integrazione anche se per un tempo limitato, offrendosi, attraverso l’agenzia del lavoro provinciale, di gestire a livello territoriale la formazione, la mediazione linguistica, l’inserimento dei migranti nei vari Comuni con l’affidamento di piccoli lavori di aiuto e utilità sociale, dalla manutenzione delle scuole alla raccolta dei rifiuti”.