Ah, l’amore

Ah, l’Amore

di Vincenzo Calafiore

09 Settembre 2021 Udine

  • Editoriale –

E’ possibile ancora oggi, in questo millennio proiettato ormai “ troppo “ velocemente fuori dall’orbita emozionale,  ( ove sembrano adombrati certi aspetti emozionali a vantaggio di quelli che contemplano la fredda lucidità di un – oltre – che  nulla ha di umano e romantico), che poco si sappia dell’Amore?

Che cos’è: l’Amore?

Per rispondere a questa domanda, per forza maggiore occorre far riferimento a Platone, e

per comprendere meglio la  Sua visione dell’amore, è necessario prendere in considerazione prima di tutto la concezione che lui stesso ha dell’uomo: un essere diviso a metà tra anima e corpo,tra aspirazione verso il mondo delle idee e la peggiore tendenza a cedere alle tentazioni del mondo materiale. Platone, ricorrendo a ciò che era stato detto da Socrate, definisce l’amore una follia! , ma analizzando meglio, sostiene che non sempre la “follia”  é un male. L’amore diventa infatti una divina follia, a sua volta fonte di bene per l’uomo.

Dell’Amore è importante un fondamentale che è la Bellezza di cui ci si innamora! Altro non é altro che la rivelazione dell’armonia divina, la quale riaccende nell’uomo il ricordo della Bellezza Ideale che la nostra anima aveva già contemplato prima di incarnarsi.

Ne consegue che, mediante la contemplazione della bellezza ci si avvicini all’intelligenza stessa. Infatti l’uomo, grazie alla reincarnazione ,vita dopo vita, ha imparato a non lasciarsi ingannare dalla bellezza estetica, ed è sempre più alla ricerca di un qualcosa in più,fino a giungere anche alla bellezza del divino stesso; l’amore quindi, assumendo una forte connotazione morale, diviene forza mediatrice in grado di unire il sensibile e il soprasensibile. Questo condizione permette di trascendere la condizione umana e, attraverso i vari gradi della bellezza, eleva quindi l’anima fino al raggiungimento della Bellezza ideale.

L’uomo quindi, mediante questa esperienza, riesce ad avvertire cosa c’é oltre i propri limiti conoscitivi e indirettamente superarli.

Ma nel  “Simposio”  Platone fornisce a noi un –oltre – cioè  l’analisi più approfondita della Sua concezione di amore. Egli parte infatti dalla visione proposta da Aristofane, secondo cui il bisogno di amare corrisponde alla ricerca da parte dell’uomo di ricomporre la primaria unità originaria in cui coesistevano entrambe le parti.  Amare é quindi desiderare ciò di cui si sente la mancanza affinché venga ricreata l’armonia originale.

Platone inoltre sostiene che Eros, ( Dio greco, figlio di  Afrodite e Ares- Zeus- ) in quanto demone, sia di natura “intermedia” tra gli dei e gli uomini e per questo sia la personificazione della filosofia stessa. Di conseguenza l’amore per Platone deve superare il semplice attaccamento al materiale affinché l’uomo,amando, raggiunga la spiritualità, senza il rimpianto delle sensazioni materiali nel momento in cui deve distaccarsene.

Sicuramente questo appare come un messaggio ascetico e proto cristiano, come un invito a concepire l’amore come intreccio tra anime che va al di là del mondo materiale in cui sarebbe destinato ad esaurirsi.

La differenza tra l’amore di oggi com’è inteso e quello dei tempi di Platone è che al giorno d’oggi abbiamo in mente un amore biunivoco, dove due amanti si amano reciprocamente;ai tempi di Platone era univoco,uno amava e l’altro si faceva amare:nel mondo greco o l’uomo amava la donna o l’uomo amava l’uomo:l’omosessualità era diffusissima.

Talvolta ci poteva essere un amore biunivoco, che Platone spiegava ricorrendo sempre alla teoria del flusso che intercorre tra gli occhi: secondo lui poteva venirsi a creare una situazione di  “specchio”: in realtà l’amato vede negli occhi di chi lo ama se stesso perché vede riflessa la propria bellezza; è una concezione mitica che rievoca i celeberrimi versi di Dante:

“amor, ch’a nullo amato amar perdona…”: è come se chi è amato si innamorasse del sentimento stesso. Platone ci parla dell’amore, in Greco “eros”,che designa l’amore passionale ed irrazionale,diverso da “agapè”, ‘amore puro.

L’amante è un qualcosa di più divino dell’amato, perché è pieno di ardore da parte del dio. Amore è possesso perenne del bene. Non ogni Amore è bello e meritevole di essere lodato, ma soltanto quello che spinge ad amare bene. Ognuno diventa poeta, anche se prima era privo di ispirazione, quando Eros lo sfiora….. “  Sarà il caso di meditare?