Cagliari. Decadenza Todde: il Tribunale boccia la difesa della Presidente. Ora la parola al Consiglio regionale

Con una sentenza di 65 pagine, la prima sezione del Tribunale civile di Cagliari, presieduta dal giudice Gaetano Savona, ha rigettato il ricorso della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, avallando l’operato del Collegio regionale di garanzia che aveva chiesto la sua decadenza. Una decisione densa di conseguenze politiche e istituzionali, che riapre la partita sulla tenuta del governo regionale e che, di fatto, rimette nelle mani del Consiglio regionale la responsabilità di decidere.
Il cuore della sentenza è chiaro: il Tribunale non dichiara direttamente la decadenza della Todde, ma afferma che la trasmissione degli atti al Consiglio regionale era un passaggio legittimo e previsto dalla legge. Un pronunciamento che smonta punto per punto la linea difensiva della governatrice e dei suoi legali, che si erano appellati alla legge 515 del 1993 per sostenere l’insussistenza dei presupposti giuridici per la decadenza.
La sentenza del giudice Savona: “Non possiamo decidere sulla decadenza, ma il provvedimento è legittimo”
Nel passaggio finale della sentenza si legge: «Il provvedimento contestato non ha disposto la decadenza, ma, ritenendo che le violazioni accertate comportassero detta conseguenza, ha disposto la trasmissione degli atti al Presidente del Consiglio regionale. Non rientra nella competenza del Collegio di Garanzia né in quella del Tribunale pronunciare l’eventuale decadenza della ricorrente. La competenza è rimessa dalla legge al Consiglio regionale. Effettuato detto vaglio, che rimane insindacabile dal Consiglio regionale, quest’ultimo assumerà le sue determinazioni sulla decadenza, tenendo fermo quanto accertato in questa sede».
Il giudice, dunque, stabilisce un principio importante: non spetta al Tribunale decidere sulla decadenza, ma conferma che l’intera procedura di segnalazione e trasmissione degli atti sia stata rispettosa delle norme. La sentenza rappresenta quindi un punto fermo giuridico, pur lasciando aperto il futuro politico.
Una sentenza attesa, ma dirompente
Negli ambienti politici regionali si attendeva la pronuncia con grande tensione. L’esito non è stato accolto con sorpresa, ma ha comunque avuto l’effetto di una scossa tellurica sul panorama politico sardo. Nei mesi scorsi, il Consiglio regionale aveva sperato che fosse la magistratura a fornire un’indicazione definitiva, per evitare uno scontro politico interno su una questione tanto delicata. Ora invece è proprio l’aula consiliare a dover prendere una posizione formale.
In attesa del passaggio davanti alla Corte Costituzionale – altro nodo ancora da sciogliere – il Consiglio regionale si trova nella condizione di dover valutare politicamente e giuridicamente l’opportunità di dichiarare decaduta la Presidente.
Reazioni durissime dal centrodestra: “Una legislatura mai davvero iniziata”
La reazione del centrodestra è stata immediata e compatta. Le principali forze di opposizione non hanno risparmiato critiche durissime nei confronti della Todde, del Movimento 5 Stelle e dell’intero assetto politico regionale.
Gianni Lampis, deputato di Fratelli d’Italia, non ha usato mezzi termini: «Oggi si è consumata una pagina importante nella vita politica della Sardegna, con la sentenza che ha sancito la decadenza della presidente Alessandra Todde. Una decisione che suggella senza alcuna necessità di appello il pressappochismo e l’incapacità della gestione grillina». E ha aggiunto: «È giunto il momento di mettere fine ai giochi di palazzo, alle tattiche per mantenere a ogni costo una poltrona, al prezzo di sacrificare il bene della Sardegna».
Sulla stessa linea Francesco Mura, coordinatore regionale di FdI, che ha parlato di “parola fine a una legislatura che, nei fatti, non è mai realmente iniziata”, aggiungendo che “la Sardegna merita stabilità, competenza e una visione chiara per il futuro”.
Forza Italia: “Vicenda torbida, la Todde deve dimettersi”
Anche da Forza Italia le critiche sono piovute pesanti. Pietro Pittalis, segretario regionale e deputato, ha parlato senza mezzi termini di “vicenda torbida caratterizzata da menzogne, omissioni e gravi violazioni di legge”. Secondo Pittalis, il Movimento 5 Stelle, “pur di sminuire la gravità dei fatti, ha rivolto accuse di complottismo alla magistratura cagliaritana, prospettando perfino azioni di danno”.
La richiesta di dimissioni immediate della Todde è stata formulata anche dal consigliere regionale Ivan Piras, che ha attaccato duramente la gestione dell’esecutivo: “L’approvazione in ritardo della legge Finanziaria, la lottizzazione monocolore 5 Stelle della sanità, la debolezza sul tema della speculazione energetica e i pesanti ritardi sulla continuità territoriale sono solo alcuni sintomi dell’immobilismo della maggioranza”.
La Lega: “Una regina senza corona. Serve dignità politica”
Parole ancor più dure sono arrivate da Michele Pais, esponente di spicco della Lega in Sardegna: “Siamo di fronte a un’accertata violazione della legge che rende di fatto la presidente decaduta”. Pais ha sottolineato l’assurdità, a suo dire, che “Todde continui a distribuire nomine e incarichi come se nulla fosse accaduto”. E ha concluso con un appello diretto: “La Todde è come una regina senza corona. Abbia un sussulto di dignità politica: si faccia da parte e ridia la parola ai sardi”.
Todde resiste: “Aspetto la Corte Costituzionale. Nessuna illegittimità”
Nonostante la pioggia di critiche, dalla Presidenza della Regione non è giunta alcuna dichiarazione di resa. Alessandra Todde ha scelto finora una linea di silenzio istituzionale, limitandosi a far trapelare che intende attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale prima di prendere qualsiasi decisione definitiva.
I suoi legali sostengono che “non vi sia stata alcuna violazione sostanziale della legge”, e che “la procedura seguita dal Collegio di Garanzia fosse viziata nella forma”. Ma dopo il pronunciamento del Tribunale civile, questa linea appare fortemente indebolita.
Cosa succede ora: scenari aperti in Consiglio regionale
Il Consiglio regionale sarà dunque chiamato a esprimersi sulla decadenza, ma in un contesto delicato e incerto. La maggioranza di centrosinistra è apparsa finora divisa sul tema. Alcuni consiglieri della coalizione hanno chiesto una valutazione attenta e non affrettata, altri – soprattutto esponenti del Partito Democratico – non hanno escluso un possibile appoggio a una risoluzione politica del caso, anche attraverso le dimissioni volontarie della Presidente.
Il rischio paralisi è concreto. Se la Todde decidesse di restare in carica in attesa della Consulta, il Consiglio dovrebbe comunque riunirsi per votare l’eventuale decadenza. In caso di dimissioni, invece, si aprirebbe la strada a un ritorno anticipato alle urne.
Il nodo della legittimità e della tenuta democratica
Oltre alla questione giuridica, ciò che preoccupa molti osservatori è la tenuta complessiva delle istituzioni regionali. In una Sardegna ancora alle prese con crisi sanitarie, ritardi infrastrutturali e tensioni sociali, la paralisi dell’esecutivo e le fibrillazioni del Consiglio rappresentano un ostacolo pesante allo sviluppo e all’efficacia amministrativa.
Il caso Todde è ormai diventato anche un caso nazionale, simbolo di come le fragilità istituzionali possano essere esacerbate da conflitti politici, lentezze procedurali e ambiguità normative.
Un passaggio cruciale per la Sardegna
La Sardegna si trova ora di fronte a un bivio. La sentenza del Tribunale non chiude il caso, ma lo rilancia con maggiore forza e urgenza. Le istituzioni regionali sono chiamate a dare una risposta chiara e responsabile, mentre la politica deve dimostrare di saper gestire un passaggio tanto delicato con spirito democratico e senso delle istituzioni.
In gioco non c’è solo il destino personale di Alessandra Todde, ma la credibilità di un’intera classe dirigente e il futuro dell’autonomia sarda. I prossimi giorni saranno decisivi.