Automotive in crisi: 2024 chiude con un record negativo di immatricolazioni in Italia
Il 2024 si è concluso con un bilancio decisamente negativo per il settore automotive in Italia. Le immatricolazioni totali di auto si sono attestate a 1.558.704 unità, segnando un calo dello 0,5% rispetto al già debole 2023. Questo dato rappresenta uno dei livelli più bassi registrati negli ultimi anni, confermando la crisi strutturale che sta attraversando il mercato automobilistico nel nostro Paese.
Il mese di dicembre ha ulteriormente aggravato il bilancio annuale. Con appena 105.715 veicoli venduti, si è registrato un calo del 4,93% rispetto allo stesso mese del 2023, evidenziando una contrazione della domanda che non accenna a invertire la rotta.
Dietro questi numeri si celano molteplici fattori. Da un lato, l’aumento dei costi delle materie prime e delle componenti elettroniche, aggravato dalla crisi globale delle catene di approvvigionamento, ha influito negativamente sui prezzi di listino. Dall’altro, la transizione ecologica verso i veicoli elettrici e ibridi non sembra aver ancora preso pienamente piede nel mercato italiano, che continua a essere caratterizzato da incertezze normative e infrastrutturali.
A pesare sul settore è anche la crescente sfiducia dei consumatori, frenati dall’instabilità economica generale, dall’aumento del costo della vita e dalle difficoltà di accesso al credito. Tutto ciò ha contribuito a un contesto complessivo che, nonostante alcuni timidi segnali di ripresa in altri segmenti, non riesce a far decollare il mercato automobilistico.
Gli operatori del settore e le istituzioni sono ora chiamati a intervenire con politiche mirate per arginare questa tendenza negativa. Incentivi più incisivi per l’acquisto di veicoli ecologici, investimenti in infrastrutture per la mobilità elettrica e misure di sostegno al credito potrebbero essere alcune delle soluzioni necessarie per rilanciare un comparto vitale per l’economia italiana.
La chiusura del 2024, dunque, rappresenta un monito importante per il settore: senza interventi decisi, il rischio è quello di un ulteriore declino, con ripercussioni significative sul tessuto economico e occupazionale del Paese.