Il gas russo e la tempesta perfetta: il rialzo dei prezzi è ormai alle porte
![gas Foto di Steven da Pixabay](https://www.laprimapagina.it/wp-content/uploads/2023/01/flame-g052c24d3f_640-e1674931768980.jpg)
Fra poche ore, dal 1° gennaio 2025, l’Europa non riceverà più gas russo attraverso l’Ucraina, segnando la fine di un capitolo cruciale nelle forniture energetiche del continente. I dati dell’operatore ucraino Ogtsu rivelano che il flusso di gas attraverso l’unico punto di ingresso per il gas russo nel Paese invaso cesserà completamente, lasciando l’Unione Europea a fronteggiare una situazione delicatissima.
L’accordo di transito, che ha permesso a Mosca di inviare gas attraverso l’Ucraina, si sta per concludere, mettendo a rischio la stabilità energetica di numerosi Paesi europei. Nonostante le rassicurazioni della Commissione Europea, che afferma che l’infrastruttura dell’Unione è abbastanza flessibile da garantire forniture alternative di gas, la fine del contratto potrebbe scatenare un effetto domino sui prezzi dell’energia.
Le rotte alternative di approvvigionamento, seppur esistenti, non sono sufficientemente consolidate per evitare gravi disagi. La domanda di gas non russo da Paesi dell’Europa centrale e orientale è destinata a crescere, con la concorrenza tra le nazioni per accaparrarsi le forniture che inevitabilmente spingerà i prezzi al rialzo. Questo scenario potrebbe generare una vera e propria “tempesta perfetta” per i mercati energetici: da un lato la fine del gas russo, dall’altro una capacità di sostituzione limitata, con il rischio che i consumatori europei si trovino a fare i conti con un incremento delle bollette e con una crescente instabilità sul fronte dell’approvvigionamento.
In un contesto già delicato, l’addio definitivo al gas russo potrebbe accelerare la pressione sui prezzi e determinare una nuova fase di incertezze per l’economia dell’Eurozona. La sfida per l’Europa è ora quella di diversificare rapidamente le fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza energetica da Mosca, ma i segnali di allarme sono ormai evidenti: i rincari del gas sono dietro l’angolo.