Kaulonia

Kaulonia

 

Di Vincenzo Calafiore

11 Aprile 2024 Udine

“… Succede al largo di Kaulonia

in una notte di stelle ardenti:

il vento gira e porta odori di montagna

ma secchi e roventi, gli stessi degli altopiani

di Lassithi ….. “

 

E poi i tuoi occhi con quella luce, si confondevano nel tramonto; non c’erano parole, solo silenzio tra noi, come quel momento pretendeva fosse.

Era verso la fine di un maggio odoroso, all’imbrunire, col sole sul filo dell’orizzonte e l’aria pregna dell’odore del fieno, voli incrociati di rondini, nella strada che si perdeva tra i campi fino alla marina, l’angolo di spiaggia lontana dai rumori e umori dei villeggianti.

Monasterace si animava più di notte, i bar della piazzetta aperti e i turisti seduti anche sulle panchine sotto gli alberi si godevano la serenità della sera; rientravano anche gli studenti dalle università per un breve periodo di vacanza.

 

<< Come fai ancora a vivere nel paese? >>, chiese Laura, a tutta voce, nel bel mezzo di un discorso, fatto di ipocriti convenevoli e mezze menzogne, di parole un po’ acide, come succede alle persone con una storia d’amore finita da molti anni, ma che continuano ad avere e mantenere un buon rapporto e, di incontrarsi tutte le estati.

E’ vero i legami non finiscono mai, specie nei paesi.

La guardò attentamente, con curiosità e sorpresa, prima di rispondere.

Prima o poi, quella domanda, rituale come i temporali estivi, come i  … quando sei venuto, …. come ti trovi, … come stai …… quando riparti?, sarebbe arrivata, è arrivata.

Era disteso su uno di quei divani con la tappezzeria di un rosso pompeiano; i raggi del sole entravano con forte intensità in quella parte di casa.

Il paese, pensò Tommaso, non fa che domandarmi come faccio a vivere nel paese, non parla d’altro, non esiste altro che il paese, e rompe sul paese, che si dice, come state, come vivete, chi è morto, chi sen’è andato ….

<< Potevate  rimanere, se non volevate che il paese si svuotasse, e se invece di rompere parlandoci dei luoghi in cui vivete, tornate soltanto per raccontare, parlare soltanto del paese >> aveva voglia di rispondere Tommaso, che si limitò a dire:

<< Il paese ora non esiste >>!

Laura lo guardò, con i suoi occhi neri sfuggenti. Era sempre bella, la donna con cui aveva avuto una lunga storia d’amore, tenera e bella, una storia indimenticabile anche se non ricordava quando era cominciata e non aveva mai capito per quale motivo era finita.

<< Hai ragione gli disse! Dopo un lunghissimo imbarazzante silenzio, che le era servito a trovare qualche risposta intelligente, << Kaulonia, non è più come prima. Tutto è cambiato, è tutto diverso, non so come dire, forse siamo cambiati noi, in molti ce ne siamo andati, tutto è cambiato , vie, case, persone, eppure non riesco a fare a meno di tornare>>.

Tommaso la interruppe subito, una litania vecchia  che era tutta di coloro che ogni estate facevano ritorno. Una cantilena che a lui, che era rimasto in paese, senza sapere se per scelta, o per necessità, era per lui come una dichiarazione di guerra da cui difendersi attaccando, con le sole armi che aveva a disposizione: l’ironia,il sarcasmo,, l’indifferenza, il silenzio. Era profondamente legato al paese, e cercava in tutte le maniere un affondo per metterla in difficoltà. Sapeva di rendersi indisponente, ma era l’unico modo di fare sentire a disagio quanti avevano bisogno di conferma alle proprie scelte, magari ai propri fallimenti. Infine sembrava lui quello che sene era andato: quelli che tornavano non tutti apparivano prigionieri e avevano molte più cose da raccontare di lui.

<< No, rispose con aria un po’ affettuosa e sognante, non è in questo senso che volevo dire, non credo oggi di essere in grado di farmi capire, scusami. Il paese non esiste, come non esiste il mondo, come non esistiamo noi …… >>

Laura si alzò dalla poltrona dove era seduta, si avvicinò a Tommaso e attese che proseguisse il discorso.

<< No, non è che il paese non esiste più, non è più come prima,. Voglio dire, che forse non esiste più per me come io non esisto più per il paese.

Si sentivano nell’aria tracce di antiche battaglie di una lunga guerra persa da entrambi. Con fare distaccato Laura si avvicinò al divano, gli accarezzò i capelli, non aveva dimenticato i punti deboli di Tommaso e ricorreva a modi antichi per stanarlo dal suo presente.