Imminente l’uscita del volume “Mario Setta, testimonianze di libertà”, di Goffredo Palmerini

cover Testimonianze di Libertà

L’AQUILA – “[…] Mario mi mandava i suoi scritti. Erano tutti d’una intensità e d’una profondità etica e culturale straordinarie. Molto spesso ero io stesso che gli proponevo di diffonderli attraverso la rete dei miei contatti stampa, conoscendo la sua discrezione e la sua modestia egli non lo avrebbe mai chiesto. Ed è così che una straordinaria fioritura di scritti è comparsa su decine di testate in Italia e su molte altre all’estero. Sarebbe il caso di raccoglierli, questi scritti, per farne una pubblicazione, e forse lo farò. Temi ricorrenti erano approfondimenti storici, filosofici, artistici, sociali, un ampio spettro di questioni trattate con spiccata competenza, esposte con chiarezza e con il dono d’una magnifica scrittura. […]”

Così tra l’altro scriveva Goffredo Palmerini qualche giorno dopo la scomparsa di Mario Setta, storico e intellettuale abruzzese, avvenuta a Sulmona il 25 marzo 2022. Un proposito che il giornalista e scrittore aquilano, amico di Setta, sta ora per portare a compimento, essendo il libro in corso di stampa. Il volume “Mario Setta, testimonianze di libertà” (Edizioni Etabeta), a cura di Goffredo Palmerini, è infatti oltre che una raccolta di scritti dello storico, un tributo alla memoria per ricordarne l’opera intellettuale, i valori etici, l’amore per la libertà latamente intesa, la forte testimonianza di vita. Gli articoli raccolti nel volume, recuperati dal curatore nel suo archivio e dagli archivi delle redazioni cui a suo tempo li aveva inviati, datano Marzo 2015-Marzo 2022 e sono uno spaccato significativo dell’intellettuale e dello storico, ma soprattutto di Mario Setta persona nella sua autenticità, nella ricchezza dei suoi valori civili e spirituali, nella sua profonda umanità.

Questo piccolo tributo – dichiara Palmerinispero sia utile per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti “profetico”. Mi auguro, inoltre, che contribuisca a consegnare un ulteriore tassello alla sua memoria.” Con il consenso del curatore, qui di seguito si riporta il testo della Prefazione al volume, scritta dalla giornalista Maria Rosaria La Morgia.

 

Maria Rosaria La Morgia

IL CORAGGIO DI UN INTELLETTUALE LIBERO

di Maria Rosaria La Morgia *

 

Libertà è la parola che più ricorre negli scritti che Mario Setta per sette anni, dal marzo 2015 a quello del 2022, ha affidato a Goffredo Palmerini per diffonderli in diverse pubblicazioni in Italia e all’estero. Articoli che sono stati raccolti in un unico volume, Testimonianze di libertà, pubblicato a due anni dalla scomparsa dello storico abruzzese. Per Mario la libertà era il principio guida: libertà interiore e politica, libertà religiosa e culturale, libertà che coniugava sempre con dialogo e rispetto dell’altro. È stato un intellettuale che non si è mai sottratto all’impegno concreto, nella quotidianità, in continuità con quanto aveva scritto nel suo primo libro Cristo ha le mani sporche (ed. Presenza, 1967) raccontando la storia di un prete operaio, esperienza che aveva vissuto direttamente.

Nato a Bussi sul Tirino in una famiglia operaia era entrato in seminario a quindici anni, nel 1951, e si era formato a Bologna. Per lui si rivelarono particolarmente importanti gli anni trascorsi a Roma come “cappellano degli edili”, dal 1962 al 1970, missione che gli consentì di vivere nella quotidianità quei valori di solidarietà e di amore per l’altro che lo avevano ispirato fin da ragazzino e che ribadì nella lettera indirizzata ai parrocchiani di Badia, frazione di Sulmona, dopo aver celebrato l’ultima messa il 7 aprile 1979, quando si concluse la sua prima vita, quella da prete. Scrisse: «Continuerò a credere nell’Amore Universale, come legge fondamentale dei rapporti tra gli uomini. Continuerò a lottare per una società più giusta, più fraterna, convinto come sono che la vita abbia senso solo se donata».

Nel 1982, dopo essere stato eletto consigliere comunale a Sulmona nella lista del PCI che lo aveva candidato come “indipendente”, fu sospeso a divinis. Una condizione di emarginazione che riecheggia nell’articolo (settembre 2017) dedicato alla memoria dei fratelli Spaventa e allo spazio che veniva riservato a Silvio, di solito maggiore di quello destinato al filosofo Bertrando. Citando Elena Croce scrive: «era naturale essere fiero di un illustre statista, ma più arduo appropriarsi i meriti di un filosofo e superare la circostanza che egli fosse un sacerdote che aveva lasciato l’abito». Mario Setta, per la sua condizione di prete sospeso a divinis, si vide negato il diritto al lavoro pubblico che aveva conquistato vincendo un concorso come insegnante e, per trovare un’occupazione, fu costretto anche ad emigrare. Dovrà aspettare la riforma del Concordato del Governo Craxi nel 1984 e l’abolizione dell’art. 5 che vietava l’assunzione negli uffici pubblici di “sacerdoti apostati o irretiti da censura” per entrare a pieno titolo nel mondo della scuola. Da quel momento inizia la sua vita di docente nel Liceo Fermi di Sulmona dove diventa un punto di riferimento umano e culturale. Ed è nella scuola che la sua passione per la ricerca storica cresce e si rafforza.

Nei primi anni ’90, dopo la visita a Sulmona di J. Keith Killby, fondatore di un’associazione di ex-prigionieri: il Monte S. Martino Trust, il preside di allora, Ezio Pelino, gli affidò il compito di coordinare un laboratorio di ricerca storica sull’aiuto dato dalla popolazione locale ai prigionieri alleati fuggiti dal campo di concentramento di Fonte d’Amore, Campo 78. È del 1995 la prima edizione del libro E si divisero il pane che non c’era, un’opera collettiva di studenti e di docenti su quella che sarà definita la Resistenza Umanitaria. Qualche anno dopo iniziò anche l’avventura del “Sentiero della Libertà”: nacque l’Associazione (Mario ne fu il primo presidente) e la marcia che, in tre giorni, ripercorre il cammino che fecero in tanti per attraversare la Maiella, da Sulmona a Casoli, e raggiungere l’esercito alleato e le zone d’Abruzzo già liberate. Tra loro il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che in Abruzzo, prima a Scanno e poi a Sulmona, aveva trovato rifugio.

M. Rosaria La Morgia e Mario Setta alla Marcia Sentiero della Libertà

M. Rosaria La Morgia e Mario Setta alla Marcia Sentiero della Libertà

Nell’articolo pubblicato il 19 gennaio 2020 Mario Setta scriveva: «Oggi la Marcia Internazionale Il Sentiero della Libertà – Freedom Trail – Freiheitsweg – Chemin de la Liberté è certamente il simbolo di Libertà più attuale, interessante, partecipato, giunto alla ventesima edizione, nato per rievocare il passato e proporre la riflessione sui valori di Libertà, Solidarietà, Pace, espressa dalle parole dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso per la prima edizione del 2001: Oggi un gruppo si accinge a ripercorrere quegli aspri sentieri, i sentieri della libertà. Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona. […] Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione… E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione».

In tutti gli scritti di questa raccolta Mario ha lasciato il segno del suo pensiero che era uno stile di vita. Gli erano estranee ipocrisie e bugie, invidie e cattiverie, era un uomo generoso, libero, capace di scelte coraggiose. È stato un intellettuale che, in tutta la sua vita, si è battuto per la libertà, per i diritti umani, per la diffusione delle conoscenze, per la pace. L’ultimo scritto della raccolta porta la data del 6 marzo 2022, solo diciannove giorni prima della sua scomparsa, e ancora una volta le sue parole rappresentano una denuncia e un appello: «Mai, come in questo periodo di grave crisi socio-economico-politica, sembra così impellente e improcrastinabile il bisogno di una Costituzione universale. La terra è diventata finalmente la “casa comune”, ma la globalizzazione non può ridursi alla compravendita di uomini e di merci.»

*Giornalista, presidente dell’Associazione “Il Sentiero della Libertà”