Il sogno interrotto

Calafiore

Il sogno interrotto

 

Vincenzo Calafiore

11 Febbraio 2024

“ … godere la vita amandola

ogni istante per non dover vivere

di rimpianti, per non dire: l’avessi fatto! “

Vincenzo Calafiore

 

 

 

Bisognerebbe trovare il coraggio di raccontare la propria storia a chi merita, che sappia ascoltare, capace di cogliere dagli spazi vuoti il tuo coraggio nonostante tutto.

Facendolo ci si accorge che qualcosa è cambiata, senza accorgercene la vita, la propria vita si fa racconto, diventa narrazione e obbliga all’ascolto, alla lettura. Il buio si illumina, si fa luce, una trasparenza che indica una via: quella del calore, dei colori, della felicità di vivere la vita comunque essa sia. Quel posto “ Caldo” si chiama : Anima!

Perché il più delle volte si rimane delusi?

Perché abbiamo creduto che gli altri sarebbero stati disposti a fare quello  che abbiamo fatto per loro!

Delusi perché non sanno amare, perché non si sa più cosa sia l’amore.

Ma lo si fa, si continua ad amare pur non sapendo cosa esso sia, ubbidiamo a un sentire, a una voce, che giunge da un profondo che per brevità o nostra incapacità chiamiamo cuore, anima e quant’altro, ma è sempre ignota, meravigliosamente ignota. Dunque  perché spinti dall’amore, che non vuole dire vulnerabilità o debolezza, semmai contrariamente, coraggio, coraggio di amare!

 

Nel Simposio  che fa parte dei dialoghi giovanili scritti dal filosofo Platone, il personaggio principale è quasi sempre Socrate che discute con l’interlocutore. Il dialogo gli permette di esprimere il proprio parere attraverso l’arte della maieutica, una tecnica particolare che ha appreso dal mestiere della madre levatrice. Platone vede la nostra anima come una partoriente che ha bisogno di aiuto, lui si offre come mezzo per arrivare a partorire un’idea. La parola greca “Simposio” significa “banchetto” e ai tempi dei greci e dei romani prendere parte ad un banchetto era anche un’occasione per confrontarsi su un argomento di comune interesse. Socrate si accomoda e il banchetto ha inizio; nessuno dei partecipanti ha intenzione di bere molto, quindi Fedro propone un argomento di cui discutere insieme. Sceglie il dio del desiderio, Eros, raccogliendo l’approvazione di Socrate e dell’intero simposio. Fedro, comincia ad esporre le origini del dio: egli sostiene che Eros non fu frutto di nessuna unione, dal Caos si originarono la Terra e l’Eros. Il dio è millenario e si impossessa dei giovani, che in stato di Eros sono capaci di fare da vittime inerti al proprio bello solo per essere notati. L’Eros, secondo Fedro, trasforma ogni giovane innamorato in un dio dell’eroismo. Eros non tocca solo gli uomini. Da quel momento in poi le metà iniziarono a cercarsi per tornare ad essere uno, ma morivano perché non riuscivano a sopravvivere da soli. Zeus provò compassione e diede loro l’opportunità di unirsi nell’atto della procreazione, così che continuasse ad esserci la vita sulla terra. Platone fa recitare a Socrate un discorso cardine della filosofia, che difficilmente può essere contestato perché esso è universale. In stato di Eros ognuno di noi desidera l’amato, ma una volta ottenuto si arriva alla felicità? Secondo Platone no. Il Simposio ci mostra l’amore scalzo, poveroche non riesce ad accontentarsi di ciò che ha, perché colmato un vuoto se ne genera un altro, così all’infinito. La natura umana forse è di per sé insoddisfatta, come se ognuno di noi si sentisse diviso a metà, ma rispetto a ciò che dice Aristofane, nemmeno trovare l’altra metà può soddisfarci perché rimarranno sempre e comunque le cicatrici del passato. Ora che il Simposio ci ha insegnato che Eros non potrà mai essere soddisfatto, come affrontano gli uomini questo senso di mancanza? Percepiamo di non poterlo colmare, ma ci proviamo in tutti i modi, fra questi pare che ce ne sia uno che prevale sugli altri: l’immortalità. Dentro di noi sappiamo di non possedere questo dono e quindi cerchiamo qualcuno che possa essere la nostra ombra, la nostra estensione, un figlio giovane che si lasci alle spalle il vecchio e che possa portare avanti ciò che siamo stati. Eros, l’amore carnale, ci spinge proprio alla procreazione perché è esso stesso desiderio di immortalità che dai genitori viene trasmesso alla prole. Ecco un’altra faccia di Eros, un demone che si annida nel vuoto dell’incompletezza umana, è il campione dell’avidità e del negativo, perché sfrutta le debolezze degli uomini per soddisfare i propri fini. Per Socrate l’Amore è mancanza e ricerca. L’Amore è il desiderio vissuto nella condizione di povertà. Non è tenero e dolce, ma forte e talvolta crudele. Dentro Amore, difatti, si annida la follia, perché esso è stato generato tra gli dei. La domanda “ che cosa è l’amore ” genera una lunga serie di altri quesiti, altre domande. Si comprende che per qualcuno l’amore è una parola, soltanto una parola astratta, distaccata dalla realtà. Per altri, è un mezzo attraverso il quale raggiungere la felicità, uno stato di grande sublimità quando si è toccati dall’amore.

In conclusione, se alcuni hanno cercato di analizzarlo rimanendo nel dubbio e nell’ipotesi, altri hanno preferito lasciarlo “ dormiente “ nel regno dell’ineffabile!

 

 

 

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