L’Amico dalle ombre

Calafiore

L’Amico dalle ombre

 

Di Vincenzo Calafiore

07 Settembre 2023 Udine

“ ….. la cultura, come la letteratura

è un viaggio fra scrittura diurna e notturna,

fra sogni e illusioni, paradisi e inferni …. “

Vincenzo Calafiore

 

Chissà se ti ricorderai di me ancora dopo molto tempo, chissà se ricorderai di quanto di me e della mia cultura ti è stato fatto dono.

In fondo, vedi, uno scrittore finisce sempre per svelarsi attraverso i suoi aneddoti, libri, pensieri, ma qualcosa di più intimo e profondo ti sarà arrivata o arriva quando si comincia a riflettere e raccontare il mio pensiero come fosse tuo, come se fossero proprie letture di una vita ( mia ) adesso tua, quelle che mi hanno formato, ti hanno formato, mi hanno cresciuto, ti hanno cresciuto, perso nella fantasia che nel corso degli anni ho seminato in te, dentro di te.

Ti ho fatto in qualche modo sentire il piacere della lettura, il sapore del racconto e dell’avventura, lo stesso sapore che aiuta alla scoperta di altri mondi, di altre esistenze.

Ho sempre legato i libri, quelli letti come quelli scritti, al mondo che mi ha sempre circondato e rappresentano la mia esistenza fino a quando esisterà un librò da leggere.

Quindi la scrittura è un’essenza della realtà che può fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un’assenza, costringere la realtà o l’amore a presentarsi nella sua inafferrabilità.

Uno scrittore finisce per diventare l’amico dalle ombre, colui che viene dalle ombre.

Disincanto e disillusione non negano, bensì filtrano come un setaccio le gelatinose bugie, la retorica sentimentale, la pappa del cuore con la quale tanto volentieri si ingannano i lettori e se stessi chi le scrive.

Verità, sentire, scrivere, donare, sono doti e stile di vita, di scrittura allo stesso tempo davanti a una realtà di contraddizioni e chiaroscuri.

Forse “ tutto “ è stato una specie di inquietudine di un uomo che ha sempre sperato di essere rapito da un sogno, da un grande sogno o sono un superstite di una catastrofe di cui nessuno si è acconto. La mia scrittura quindi un grido di accusa a una società che vive gettandosi stordita dietro a ogni giorno come giù da una rupe.

La scrittura s’assottiglia fino a raffigurare anche l’insignificanza d’un gesto, d’una parola!

In questo “ Circo “ amaro e festoso si compiono i destini dello scrittore e del lettore che non riesce mai ad essere se stesso. Sempre assediato dalla solitudine, dall’ansia celata nella falsa allegria, dalle chimere della perdizione.

Intorno, il passare delle stagioni e spiragli di natura invasa dal perenne variare dei colori,

nella vecchia storia del nascere e del morire! L’ineluttabilità del destino che è una specie di voce che ci abita dentro e chi chiama, la prima volta per nascere e, la seconda volta, per morire.

Non possiamo cambiare l’inizio e la fine, ma la parte intermedia dipende da noi; noi siamo quello che siamo, a morire bisogna allenarsi anche se al momento del trapasso diventiamo tutti monarchici e vorremmo mandare avanti i sudditi !

Non bisogna mai dimenticare che la felicità viene dal piacere di dare e di ricevere!

E vedo all’orizzonte una larga schiera di individui, anche i più timorosi, giocare la loro arte

dell’evitamento ricorrendo a riempitivi atti a coltivare l’illusione della vicinanza con persone amate o care che, come loro sono alla ricerca di un antidoto all’angoscia di trovarsi soli nonostante tutto!