Perugia. Il Consiglio comunale approva le tariffe Tari per il 2023

Palazzo Priori Perugia

Approvate in Consiglio comunale, con 19 voti a favore e 9 contrari, le tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) per il 2023. La proposta di deliberazione è stata illustrata dall’assessore al bilancio Cristina Bertinelli. Le tariffe, domestiche e non domestiche, destinate alla copertura totale dei costi di gestione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, sono approvate sulla base del piano economico finanziario (Pef) predisposto dal gestore Gest srl, validato dall’Auri con delibera dell’11 aprile 2023.

Da tale piano risulta che il totale delle entrate tariffarie di riferimento per il servizio integrato di gestione dei rifiuti nel Comune di Perugia per il 2023 è pari a 49.900.422 euro (ci cui 26,9 milioni è la componente di costo fisso e 22,9 milioni quella di parte variabile). Per gli anni successivi risultano i seguenti importi: 2024: € 49.571.324; 2025: € 49.158.079. Alla somma di 49,9 milioni sopra indicata vanno comunque sottratti: 65mila euro per riduzioni per conferimenti al centro di raccolta, riduzioni per riciclo autonomo rifiuti imprese per circa 40mila euro, contributo Miur per le scuole circa 183mila euro, recupero evasione 1,3 milioni, avanzo contributo Miur anni precedenti circa 70mila euro, avanzo Tari circa 243mila euro, quota costo utenze comunali circa 392mila euro.

Si determina così un totale gettito Tari a copertura del Pef pari a circa 47,8 milioni e un totale gettito Tari al netto delle riduzioni tecniche pari a circa 47,7 milioni. La ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche è la seguente: utenze domestiche 57%; utenze non domestiche 43%.

L’assessore Bertinelli ha ricordato anche le scadenze per il versamento della tassa. In base al regolamento comunale per la disciplina della Tari, come modificato dal Consiglio comunale a marzo, esse risultano: 31 maggio (prima rata); 31 luglio (seconda rata); 30 settembre (terza rata); 2 dicembre (quarta rata); rata unica entro il 16 giugno.

Sono confermate le percentuali di riduzione della quota variabile della tariffa (da un minimo del 4% a un massimo del 20) per le utenze non domestiche in funzione dei quantitativi di rifiuti urbani effettivamente avviati al riciclo e le riduzioni per le utenze non domestiche che conferiscono i rifiuti in forma differenziata presso i centri di raccolta con incentivi fino a 35 euro (in diminuzione del tributo dovuto per l’anno successivo).

Più in dettaglio, la percentuale di riduzione della quota variabile da applicare in funzione dei quantitativi di rifiuti urbani effettivamente avviati al riciclo da parte delle singole utenze non domestiche interessate è così determinata:

-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 90 al 100%=riduzione 20%;

-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 80 al 89,9%=riduzione 16%;

-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 70 al 79,9%=riduzione 12%;

-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 60 al 69,9%=riduzione 8%;

-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 50,01 al 59,9%=riduzione 4%.

Quanto alle utenze domestiche che conferiscono rifiuti in forma differenziata ai centri di raccolta comunali, l’ammontare della riduzione spettante viene calcolato con il massimale di 35 euro sulla base del criterio indicato di seguito: da 0 a 99,99 kg incentivo uguale a zero; da 100 a 500 incentivo 0,07al kg; oltre 500 incentivo 35 euro.

Come da regolamento in vigore, sono poi previste riduzioni per il disagio ambientale e la somma disponibile per il 2023, in significativo aumento rispetto al 2022, è pari a 220mila euro:

Ponte Rio: utenze in fascia rossa 80%, fascia arancione 40%;

Pietramelina: utenze in fascia rossa 75%, fascia arancione 40%;

Borgo Giglione: utenze in fascia rossa 60%, fascia arancione 30%.

In commissione il dirigente dell’Unità operativa Servizio finanziario aveva specificato che, attestandosi sui 49 milioni, il Pef presenta un incremento del 2% rispetto al 2022. A fronte di ciò l’aumento delle tariffe non è esattamente in linea con tale crescita perché si attesta, per quelle domestiche, sulla media complessiva di circa 3,5%. Per le utenze non domestiche la variazione media complessiva è del 4,7% tenendo conto però del fatto che, rispetto al 2022, non vi è più la riduzione del 5% finanziata con fondi Covid stante l’emergenza sanitaria venuta meno.

In ragione di tutti i parametri indicati le tariffe per il 2023 sono le seguenti:

Utenze domestiche:

Componenti nucleo familiare 1: tariffa fissa 1,45 euro al mq, variabile (in base al numero componenti) 96,1;

Componenti 2: fissa 1,58, variabile 179,9

Componenti 3: fissa 1,71, variabile 199,89

Componenti 4: fissa 1,85, variabile 219,88

Componenti 5: fissa 1,97, variabile 246,02;

Componenti oltre 6: fissa 2,07, variabile 270,62

Si ricorda che le tariffe delle singole utenze risultano dalla combinazione delle due parti: fissa (graduata in funzione della superficie e del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in euro/mq anno e variabile (graduata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in euro/anno.

Utenze non domestiche

– musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto fissa 2,92, variabile 2,46

– scuole di ogni ordine e grado, università fissa 2, variabile 1,06;

– sedi di enti e associazioni impegnate in attività di interesse culturale, sociale ed assistenziale: fissa 1,26, variabile 1,05;

-cinema e teatri fissa 3,95, variabile 3,3;

– autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta, fissa 2,4, variabile 2,03;

– campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi fissa 2,23, variabile 2,08;

-esposizioni, autosaloni fissa 4,8, variabile 3,98;

-alberghi con ristorante fissa 5,6, variabile 4,95;

-alberghi senza ristorante fissa 5,49, variabile 4,75;

-case di cura e riposo fissa 9,61, variabile 7,68;

-ospedali fissa 9,55, variabile 7,96;

-uffici ed agenzie fissa 7,55, variabile 6,34;

– banche, istituti di credito e studi professionali: fissa 7,38, variabile 6,13;

– negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartolerie, ferramenta, altri beni durevoli: fissa 6,86, variabile 5,71;

– edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze: fissa 7,03, variabile 5,84;

negozi particolari quali filatelia, tende, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquari: fissa 6,86, variabile 5,71;

– banchi di mercato beni durevoli: fissa 9,09, variabile 7,58;

– attività artigianali tipo botteghe: fissa 3,6, variabile 4,02;

-altre attività artigianali fissa 3,66, variabile 3,09;

– carrozzeria, autofficina, elettrauto: fissa 3,83, variabile 3,15;

– attività industriali con capannoni di produzione: fissa 3,09, variabile 2,55;

– attività artigianali di produzione beni specifici: fissa 3,09, variabile 2,55;

– ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub: fissa 9,66, variabile 9,73;

– mense, birrerie, amburgherie: fissa 9,66, variabile 9,73;

-bar, caffè, pasticcerie: fissa 8,92, variabile 8,79;

– supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi: fissa 8,35, variabile 6,97;

– plurilicenze alimentari e/o miste: fissa 8,35, variabile 6,97;

– ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio: fissa 12,12, variabile 10,07;

– ipermercati di generi misti: fissa 9,26; variabile 8.86;

– banchi di mercato generi alimentari: fissa 14,29, variabile 12,95;

-discoteche, night club: fissa 4,92, variabile 3,55.

Le tariffe delle singole utenze sono determinate in euro a metro quadro.

 

INTERVENTI

Francesca Tizi, annunciando il voto contrario del M5s, ha notato che, tra aumenti di luce e gas, con la Tari arriva l’ennesima stangata. Con le nuove tariffe – sostiene la consigliera – si profila un incremento medio del 4,2% per le utenze domestiche e del 4,7% per quelle non domestiche. Il costo del servizio di igiene urbana passerà dai circa 48,9 milioni del 2022 ai circa 49,9 milioni del 2023: un aumento di circa un milione che andrà a incidere sulle tasche dei perugini. Ci si chiede – ha proseguito – come mai aumenti la Tari nonostante l’incremento della differenziata fatta con tanto sacrificio dai cittadini. A incidere sarebbe il recupero dell’evasione, diminuito, e il bilancio demografico, con un calo di 800 abitanti che significa diminuzione delle utenze e un costo fisso da pagare nella bolletta complessiva. Spiegazioni, però, non sufficienti secondo Tizi perché gli aumenti non trovano giustificazioni nella qualità del servizio. La consigliera ha ricordato di avere già segnalato i pessimi risultati del progetto di Gesenu che dal primo gennaio ha portato alla riduzione del servizio di raccolta relativo alla carta e multimateriale leggero nelle zone servite dal Tris. Aumentare la Tari è sconsiderato – ha concluso – specie dopo la pubblicazione di dati in base a cui l’Umbria è l’unica regione in cui il reddito delle persone fisiche è in diminuzione: non si possono chiedere altri sacrifici ai cittadini, per non parlare delle difficoltà delle attività economiche, che vedranno aumentare le loro spese.

Sarah Bistocchi (Pd), spiegando le ragioni del voto contrario del suo gruppo, ha sostenuto che se si offre un servizio migliore si può chiedere ai cittadini di pagare di più, altrimenti non si può imporre un incremento della Tari. Da tre anni la Tari è in aumento specie per le fasce più deboli, cioè per chi vive da solo: non si tratta solo di single nel fiore degli anni, ma anche di anziani e persone rimaste sole e in difficoltà. Anche i nuclei più numerosi che hanno beneficiato nel 2022 di una leggera riduzione conosceranno aumenti di circa il doppio delle riduzioni dell’anno scorso. Anche a fronte della diminuzione, attuata in via sperimentale, degli svuotamenti dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, non crediamo che i cittadini saranno contenti quando, a breve, arriveranno le bollette.

Michele Nannarone (Fratelli d’Italia), anche alla luce degli approfondimenti condotti in commissione, ha respinto al mittente le critiche relative al servizio erogato sottolineando anche che un aumento della Tari del 4% appare contenuto, nei limiti dell’aumento del costo della vita. Non va dimenticato, peraltro, che nel 2021 e 2022 c’erano stati aiuti statali per il Covid oggi venuti meno. E’ comunque ingiustificato parlare di un servizio allo stremo: se fosse stato così sarebbero pervenute numerose critiche, foto e segnalazioni. In commissione, invece, sono state portate 9 fotografie relative a tre siti, e neppure relative alla sperimentazione in atto, a fronte di oltre 44mila siti gestiti da Gesenu.

Con ciò il consigliere ha espresso la piena convinzione di FdI nel sostenere la pratica in esame.

Alessio Fioroni (Forza Italia), nell’annunciare a sua volta il voto positivo del gruppo, ha notato che, riguardo all’aumento delle bollette per il non residenziale, è al di sotto di quanto ci si attendeva (almeno del 5%), ciò perché negli anni dell’emergenza pandemica gli aiuti statali hanno portato a uno sgravio del 5% ora venuto meno. L’incremento è stato inferiore anche per le riduzioni legate ai comportamenti virtuosi. Quanto all’aumento per le utenze domestiche, come spiegato in commissione, va considerata la diminuzione delle utenze stesse in virtù del maggior numero dei decessi (+800) rispetto ai nuovi nati. Fioroni ha quindi parlato di aumenti strutturali e non certo dovuti alla volontà dell’amministrazione.

Nella dichiarazione di voto, la consigliera Cristiana Casaioli ha affermato che il principio a cui si ispira il metodo Arera, “chi più inquina paga”, è condivisibile e il gestore sta operando in tal senso. Ha poi convenuto che l’aumento del 4,7% per le utenze non domestiche è risultato comunque contenuto rispetto a quello che si ipotizzava (7%). La consigliera ha anche ricordato alcuni numeri forniti da Gesenu in commissione: per l’utenza media la tariffa è passata dai 358 euro del 2014 ai 389 di oggi, circa 38 euro che appaiono contenuti se parametrati al corrispondente aumento del costo della vita. Per queste motivazioni, auspicando che sempre più Gesenu ponga in essere azioni che portino all’obiettivo della tariffa puntuale, ha preannunciato il voto favorevole del gruppo Progetto Perugia.

Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia), motivando invece il voto contrario, ha detto che da diversi anni si assiste a un aumento costante di qualche punto percentuale della tariffa, non si intravede una tendenza al riequilibrio delle tariffe perché le persone che vivono sole continuano a essere più colpite delle altre, né si vede come oggi si possa davvero applicare il principio “chi più inquina paga”.