Venerdì 17 marzo arriva la raccolta “Capolavori nascosti” di Mogol e Mario Lavezzi

Roma. «É la qualità che in questo momento non è tanto considerata da chi sceglie le canzoni per diffonderle e sono molto orgoglioso di questa sfida complessa e difficile».

Lo ha fatto notare Mogol alla vigilia della pubblicazione della raccolta “Capolavori nascosti” in uscita il 17 marzo per Nar International Artist First, realizzata insieme a Mario Lavezzi con cui continua a scrivere capolavori, a volte “nascosti”, appunto.

«Sono canzoni che conoscono pochissimi perché senza promozione non hanno avuto successo anche se avessero grandi interpreti – ha rivelato il maestro – Lavezzi l’ho conosciuto quando avevo appena scritto “29 settembre” ed ho lavorato con lui nel 1968 su “Il primo giorno di primavera” affidata poi ai Dik Dik».

«Il nostro incontro è nato in maniera rocambolesca – ha aggiunto Mario Lavezzi – Uscivo dai Camaleonti, venivo dal servizio militare, e all’età di 21 anni venne fuori questa canzone “Il primo giorno di primavera” per i Dik Dik da 1 milione di copie prodotta da Lucio Battisti».

In questo disco ci sono grandi interpreti come Lucio Dalla, Mango, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Ornella Vanoni, Biagio Antonacci, Luca Carboni, Raf, Gianni Bella.

«Cocciante l’ho incontrato a Parigi dove stava realizzando il brano “Se stiamo insieme” portato a Sanremo e che ha poi vinto – ha accennato Lavezzi – Gli proposi alcune canzoni e ha poi cantato “Giorni leggeri” con me e Lucio Dalla e “Per la gloria” con Gianni Bella, Mango, Raf e me».

“Momento delicato” è il famosissimo brano cantato con Fiorella Mannoia, che dà il titolo all’album dell’artista del 1995, prodotto dallo stesso Lavezzi.

«Mogol scrisse un testo che raccontava bene il tradimento che può accadere nel momento in cui un amore sta finendo, o è già finito – ha confidato il musicista – E l’amarezza che ne consegue».

Senza ombra di dubbio tra i più importanti e rappresentativi nomi del panorama musicale italiano, legati da una profonda amicizia e da una grande sintonia artistica, Mogol e Mario Lavezzi continuano a scrivere capolavori. Un album che ha il pregio di presentare agli ascoltatori delle vere perle, tra le più belle canzoni firmate dai due artisti nel corso del loro lungo sodalizio; tredici brani, disponibili su cd, compreso l’inedito “Una storia infinita” che sarà accompagnato da un videoclip e sarà disponibile anche sulle principali piattaforme per l’ascolto in streaming.

«È una bella storia d’amore di una coppia durante la vita che si ritrova più unita che mai e ci si incontra in un’altra dimensione – ha riflettuto Mogol – Questa canzone è stata bocciata a Sanremo ma le persone si commuovono ad ascoltarla: è un tentativo, anche disperato, di portare a un alto livello canzoni della vita».

«L’ho scritta durante il lockdown – ha rimarcato Lavezzi – Mogol mi diceva di non venire al CET ma io ho fatto il tampone e l’ho raggiunto: l’avevo proposta a Morandi ma lui aveva già il progetto con Jovanotti. È dedicata a una coppia rimasta insieme durante il lockdown: avrei potuto fare un duetto con chiunque e l’ho interpretato insieme a Cristina Di Pietro, ottima pianista e vocalist, anche componente de I Pop Deluxe, il gruppo che mi accompagna ai concerti. Stiamo vivendo un periodo di decadenza, non solo nella musica».

Mogol si è poi soffermato sul panorama della musica italiana.

«Non seguo molto la musica di oggi e non è il mio ruolo esprimere giudizi – ha confessato – Bisogna anche essere competenti e ci dovrebbe essere un denominatore comune fra parole, musica, chi canta e chi trasmette le canzoni: una volta c’erano i dj competenti che oggi trovo nei giornalisti. Belle canzoni è trovare la qualità nella cultura popolare con un bel testo e una buona musica che danno emozioni, che la gente le canta insieme e che durano nel tempo. Oggi il vero problema è che le canzoni vengano trasmette, non solo dalle radio ma anche dalla televisione».

«Oggi ci sono autori giovani molto validi ma bisogna scoprirli – ha apostrofato Lavezzi – Sarebbe una rivoluzione se Sanremo tornasse ad essere l’eccellenza della nostra musica e facesse scelte coraggiose. Amadeus ha fatto un’operazione di abbassare l’età degli interpreti con 20 milioni di follower e streaming con l’audience che fa Sanremo di oltre 10 milioni di telespettatori e poi ci sono le classifiche: ma quante di queste canzoni rimarranno dopo anni?».

«Se mi dovessi incontrare con Battisti sarei contento di trovarlo, sicuramente l’identità non la perdiamo – ha chiosato Mogol – Battisti sapeva il testo a memoria già il giorno dopo, lavorava sette ore al giorno, Mario ha bisogno di più tempo per memorizzare i testi che scrivo».

Mogol, quale presidente Siae, si è soffermato sul problema delle piattaforme restie a pagare, ma la battaglia del copyright è sacra.

«Queste piattaforme guadagnano miliardi e sono restie a pagare qualcosa – ha risposto alla decisione del colosso dei social Meta di rimuovere i brani del repertorio Siae dalla libreria musicale per il mancato rinnovo dell’accordo di licenza con Siae – Gli autori vivono grazie ai diritti d’autore e la nostra è una battaglia giusta che facciamo di difesa degli autori. È una battaglia sacra che abbiamo portato anche in Parlamento, ma da 7-8 mesi è tutto fermo ai decreti attuativi: se la situazione non si sblocca è una battaglia che abbiamo perso».

«La stessa minaccia di Meta l’aveva fatta tempo fa anche Google – ha sottolineato Mario Lavezzi – L’accordo è stato poi trovato».

Infine una chicca che riguarda Adriano Celentano.

«Abbiamo canzoni inedite ma vogliamo aspettare perché oggi si sta tornando ai 45 giri di una volta e non abbiamo di questa fretta – ha concluso Lavezzi – abbiamo anche scritto “Rabbia” e Mogol l’ha proposta ad Adriano».