Come ridare slancio al comparto suinicolo italiano: se ne parlerà a Cremona

suini Foto di matildanilsson da Pixabay

In base all’ultimo Rapporto trimestrale 2022 di Rabobank (Istituto finanziario olandese specializzato a livello internazionale nel settore agroalimentare) il minor potere d’acquisto dei consumatori causato dall’inflazione che supera la crescita salariale ha avuto un impatto negativo sul consumo di proteine, andamento che dovrebbe trovare conferma anche nella prima metà del 2023. L’istituto bancario olandese, che sta elaborando i dati finali del 2022, prevede inoltre che la produzione globale di carne suina registrerà una contrazione del 2% e non vedrà nessuna crescita nel 2023, complici gli elevati costi di produzione su scala mondiale che stanno limitando l’espansione del patrimonio zootecnico.

Se lo scenario allo stato fornisce elementi che per tutti i componenti della filiera suinicola rappresentano una legittima fonte di preoccupazione, è altrettanto vero che proprio nei momenti di maggiore complessità si nascondono le più interessanti opportunità di crescita e sviluppo di ogni settore.

Di questo e di come intercettare le migliori strategie non solo per superare questo periodo controverso, ma soprattutto per ridare slancio al comparto suinicolo italiano si parlerà il 27 febbraio 2023 a Cremona, presso Palazzo Trecchi, dove EV Edizioni Veterinarie srl ha organizzato il convegno dal titolo “Sanità, tecnologia, sostenibilità economia i driver della suinicoltura moderna” (www.suinicolturacongress.it) al quale parteciperanno i nomi più illustri e qualificati, italiani e stranieri, che da sempre si occupano di suinicoltura. Chairman dell’evento sarà Giancarlo Belluzzi, medico veterinario, che nel corso della sua lunga carriera professionale ha svolto nel settore sia l’attività clinica che diverse responsabilità istituzionali.

Dottor Belluzzi, dalla pandemia in avanti il mondo agrozootecnico italiano ha saputo dimostrare tutta la sua resilienza e la centralità del suo ruolo. Oggi però il rincaro dei costi energetici, delle materie prime, le difficoltà degli approvvigionamenti stanno mettendo a dura prova la tenuta di uno dei nostri fiori all’occhiello quale è la suinicoltura. Esistono ricette preconfezionate o siamo di fronte a un work in progress tutto da inventare?

“Purtroppo non ci sono ricette – risponde Belluzzi – e temo che neppure il maggiore esperto saprebbe da che parte iniziare. Tre sono i problemi a mio avviso che si sono incrociati in un periodo tanto complesso come quello che stiamo vivendo: la pandemia, l’andamento dei costi e dei prezzi e la peste suina africana, rispetto alla quale non bisogna abbassare la guardia, pena la disfatta del comparto suinicolo. Cina, Russia e larga parte del continente euro-asiatico rappresentano di fatto il più grande serbatoio di virus in circolazione: una minaccia permanente sempre in agguato. È notizia di questi giorni che solo su cinque regioni del territorio russo situato a ridosso dell’Europa, nel 2022 sono stati denunciati ben 140 focolai di Psa, di cui 68 hanno riguardato grandi e piccoli allevamenti di suini allevati e 72 cinghiali”.

Il titolo del convegno del 27 febbraio prossimo lega in maniera indissolubile una serie di concetti che finiscono per concentrarsi sul grande tema della sostenibilità, intesa non solo come sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica nel momento in cui, periodicamente, gli allevamenti vengono messi sotto accusa da lobby ben strutturate. Parallelamente, gli analisti ci dicono che la crescita della popolazione mondiale aumenterà la richiesta di un’alimentazione proteica. A suo giudizio sanità e tecnologia riusciranno a fronteggiare una fase così delicata e come?

“Tutta la zootecnia è sotto attacco da tempo, accusata di fagocitare materie prime, acqua e suolo. Purtroppo il consumatore poco informato è spesso abbagliato da comunicati che demonizzano il settore e prefigurano produzioni artificiali, di derivazione industriale, o l’aumento esponenziale di produzioni alternative, tra cui il biologico spinto, le cavallette o i grilli, ultimo insetto salito alla ribalta delle cronache dopo il via libera della Commissione alla sua produzione per usi alimentari. Alcuni dati sono certi – rimarca Giancarlo Belluzzi – la popolazione mondiale sta crescendo e le fonti internazionali più autorevoli confermano che nei prossimi 30 anni la richiesta alimentare di proteine a livello globale aumenterà del 25%, ragion per cui la produzione zootecnica dovrà aumentare e non diminuire: più carne, più latte e lattici e persino più pesce. Questo vuol dire che la tutela e l’accudimento del bestiame allevato, quindi il benessere animale, saranno sempre più prioritari. Il primo strumento da adottare in questa direzione è la tutela sanitaria e la prevenzione delle malattie. L’innovazione tecnologica, specie quella farmaceutica, ci aiuterà a mantenere la salute e il benessere degli animali allevati a iniziare da un utilizzo sempre più ridotto di antibiotici, come peraltro richiede la normativa in materia di medicina umana e veterinaria. A questo aggiungiamo il fondamentale tema della biosicurezza, ormai parte integrante della visione costruttiva di qualsiasi impianto. E ancora una volta l’innovazione tecnologica dimostra tutto il suo valore: la vigilanza all’interno della porcilaia, il controllo del movimento delle persone che vi accedono, la rendicontazione quotidiana della razione alimentare e delle fasi di crescita degli animali sono alcuni degli elementi sui quali fare affidamento sia per far fronte alla scarsità di manodopera sia, soprattutto, per aumentare il livello professionale degli allevamenti e di conseguenza la loro competitività su scala internazionale”.

Per partecipare al convegno è obbligatoria la registrazione. A tutti i partecipanti EV Edizioni Veterinarie srl rilascerà un Attestato di Partecipazione.