Dichiarazione di Successione e ravvedimento operoso

Dichiarazione di Successione e ravvedimento operoso

La dichiarazione di successione è un atto formale con cui gli eredi dichiarano il subentro in tutti i rapporti patrimoniali del defunto, comunicando i beni ereditati e i relativi valori al fine di determinare l’imposta dovuta. La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, pena la sanzione amministrativa e l’applicazione di interessi di mora.

Nel caso in cui l’erede non abbia provveduto a presentare la dichiarazione di successione nei termini di cui sopra, potrà utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso che, più in generale, consente di sanare eventuali omissioni o irregolarità commesse nell’adempimento degli obblighi fiscali. Nel contesto delle dichiarazioni di successione, il ravvedimento operoso consente di regolarizzare la situazione fiscale dell’eredità in caso di mancata presentazione della dichiarazione o di presentazione di una dichiarazione incompleta o errata.

Il ravvedimento operoso della dichiarazione di successione si può attuare entro i termini stabiliti dalla legge, che solitamente sono 90 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione. Durante questo periodo, è possibile regolarizzare la situazione presentando la dichiarazione di successione completa e corretta, pagando l’imposta dovuta e le sanzioni amministrative ridotte previste.

È bene segnalare, però, che l’unico vincolo per il ravvedimento, che ne preclude l’utilizzo, è la notifica degli atti di liquidazione e di accertamento, (inclusi gli avvisi da controllo automatizzato e formale); in tal caso si non si potrà godere dei benefici previsti con la conseguenza che non verrà applicato nessuno sconto alla sanzione ed agli interessi da pagare.

Per quanto riguarda le sanzioni, l’importo del ravvedimento operoso comprenderà anche l’importo delle sanzioni ridotte rispetto a quelle previste in caso di mancata presentazione della dichiarazione. Queste sanzioni sono commisurate alla tempestività con cui si effettua il ravvedimento operoso.

In particolare, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, il decreto legislativo n. 158/2015 ha modificato la normativa sulle sanzioni per ritardati od omessi versamenti, prevedendo la riduzione alla metà della sanzione ordinaria per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a 90 giorni dalla scadenza. In tali casi, quindi, la sanzione passa dal 30% al 15%.

Pertanto, se la regolarizzazione avviene, per esempio, entro 30 giorni dall’originaria data di scadenza del pagamento del tributo, la sanzione ridotta da versare in sede di ravvedimento sarà pari all’1,5% dell’imposta dovuta (1/10 della sanzione ordinaria ridotta alla metà).

Un’ulteriore riduzione della sanzione è prevista per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a 15 giorni. In tali casi la sanzione del 15% è ulteriormente ridotta a 1/15 per ogni giorno di ritardo (1%).

Pertanto, in sede di ravvedimento, la sanzione da versare sarà pari allo 0,1% per ciascun giorno di ritardo (1/10 dell’1%).

Per procedere al ravvedimento operoso è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista oppure ad un CAF (Centro Assistenza Fiscale) che predisporrà tutta la necessaria documentazione da presentare la dichiarazione di successione con ravvedimento.