È l’ora dei grandi vini rossi inglesi: le nuove sfide di Londra

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“Possiamo battere la Borgogna, è l’ora dei grandi vini rossi inglesi. Saranno vini di livello mondiale”. Titola così il Times che riprende uno studio pubblicato sulla rivista di scienze della viticoltura OENO One. Infatti sono oltre 500 le cantine inglesi, dal Sussex al Kent, e superano i cinque milioni di bottiglie.

Da circa 2 decenni gli inglesi producono spumanti, al punto da convincere anche una maison di Champagne ad investire sui loro terreni. Ora gli inglesi si dicono pronti a diventare produttori totali: dagli spumanti ai vini fermi, dai bianchi ai rossi. Partono dall’assunto che le temperature elevate che stanno preoccupando i vignaioli mediterranei potranno diventare un loro fattore di successo. Anche in Svezia ci stanno pensando.

Un gruppo di nove ricercatori sul clima dell’Università dell’East Anglia e della London School of Economics, elencando le previsioni di temperature e piogge da qui al 2040, sostiene che la Gran Bretagna può diventare “la patria del Pinot nero”. Lo si coltiva già, e viene usato per gli spumanti, come in Francia e in Italia.

In Gran Bretagna non matura abbastanza per vinificarlo in rosso. Ma presto tutto cambierà, si legge il report. L’analisi finanziata dal progetto Climate Resilience nel settore vitivinicolo del Regno Unito, indica in 1,4 gradi l’aumento della temperatura nei prossimi 2 decenni da aprile a ottobre nel Sud dell’Inghilterra. Significa che si raggiungerà una media di 15-16 gradi dalla primavera all’autunno in zone come Cambridgeshire, Essex, Greater London, Kent e Sussex, Hampshire e la valle del fiume Severn. “Nuove aree del Regno Unito inizieranno a produrre spumante, mentre regioni più calde si dedicheranno ai vini rossi fermi” ha spiegato al Times Stephen Dorling, ricercatore capo dello studio e professore di meteorologia all’Università dell’East Anglia. Ma non solo Pinot nero. “Uno degli altri risultati di questo lavoro è che nel breve termine i cambiamenti climatici possono offrire l’opportunità per il successo di varietà come Sauvignon Blanc, Riesling e Sémillon o altre più resistenti alle malattie, non ancora comunemente coltivate. Con il cambiamento climatico, la potenziale transizione del Regno Unito è immensa oltre che rapida; dalla maggiore idoneità delle varietà a clima più fresco (Reichensteiner, Seyval Blanc e Müller-Thurgau), negli Anni ‘90, si è passati alle varietà per spumante (Chardonnay, Pinot nero e Pinot Meunier) nei primi due decenni degli anni 2000, e nel prossimo futuro alla varietà del vino rosso. Entro il 2040”.

La Gran Bretagna passerà da nano della viticoltura a protagonista, assicurano gli studiosi, con “vini frizzanti, rosati, bianchi e rossi di alta qualità, cambiando in modo significativo la mappa mondiale del vino, a spese delle nazioni che lo producono da secoli, nel futuro troppo calde e secche. Per loro il cambiamento climatico è una minaccia, per il Regno Unito una opportunità”.