Quali sono gli effetti a lungo termine dell’utilizzo dei dispositivi VR sul nostro organismo?

In tanti si chiedono quali sono gli effetti a lungo termine dell’impiego dei dispositivi VR sul nostro organismo? Uno studio condotto da Lenstore, società inglese di lenti a contatto, ha sondato questi fenomeni, soprattutto in relazione all’affaticamento della vista.

Al momento non esistono studi clinici riguardo gli effetti negativi sulla vista. Tuttavia diversi esperti hanno concordato che l’uso prolungato di dispositivi VR e AR possa arrecare problemi agli occhi. Ciò è dovuto all’enorme sforzo compiuto dal cervello per potersi adattare a informazioni visive virtuali che sembrano reali, ma che in realtà richiedono un lavoro di elaborazione cognitiva maggiore.

Lo sforzo potrebbe sfociare in patologie non solo legate alla vista. Diversi sono infatti i fattori che possono causare tali problemi, quali il fatto che tendiamo a sbattere le palpebre con meno frequenza quando indossiamo un visore o la differente percezione delle distanze nell’ambiente virtuale, che spesso causa quel tipo di malessere che è stato ormai etichettato con il nome di “motion sickness”, una nausea dovuta al movimento virtuale.

Gli esperti suggeriscono ai giocatori di fare diverse pause tra una sessione e un’altra, di regolare le impostazioni di luminosità e contrasto di schermi e dispositivi e di uscire all’aria aperta quando si interrompe la sessione in realtà virtuale per dare la possibilità agli occhi di riposarsi e tornare alla normalità.

Lo studio ha esaltato i benefici legati alla realtà virtuale e aumentata, come la migliorata coordinazione occhio-mano grazie all’uso dei visori o dei caschi VR, nonché del tempo di reazione e la percezione della distanza. Tali dispositivi, se usati nel modo giusto, infatti possono aumentare la capacità visiva nei pazienti con ambliopia o “occhio pigro” e sono un valido ausilio per le persone ipovedenti nel riacquistare la vista.