La vita felice

Vincenzo Calafiore

La vita felice

 

Di Vincenzo Calafiore

19 Ottobre 2022 Udine

 

 

Non avrei mai immaginato che a un certo punto la mia vita fosse cambiata così repentinamente; è per me come trovarmi catapultato in un mondo a me sconosciuto, per meglio intendermi è come essere in mezzo a un deserto senza una bussola, o punti di riferimento diversi dalle stelle …. Quelle ci sono sempre e sono sempre lì con la certezza di alzare gli occhi al cielo e di trovarle; ma qui su questo pianeta terra, non c’è nulla di certo, nemmeno la vita, perché nella jungla, in questa jungla tutto può accadere.

Ora mi ritrovo a rincorrere all’indietro la mia vita ed è come tornare a un’isola di pace; quello che vorrei dire senza l’uso di parole difficili e pensieri contorti, che un tempo nonostante i problemi guardando avanti su quella ipotetica autostrada trovavi la svolta a destra, “ uscita “ e si imboccava seguendo la segnaletica la direzione “ Futuro “ ! Ma oggi non c’è più un’autostrada, ma una pista di autoscontri e non c’è nessuna uscita a destra, ma neanche l’ombra del cartello: Futuro.

Tutto è così ahimè difficile, privo di speranza, pieno di immediatezza, di soprusi, violenza, spregiudicatezza.

Ora come ora vorrei salire sul quel treno il  – Polaris – e raggiungere la fantasia, la poesia della fantasia!

Purtroppo non esiste, e posso solo farlo esistere nella mia mente, che a fatica cerca di rimanere aggrappata a quel “ Mondo Antico “ che vive in me.

 

La domanda è: che ci faccio io qui ?

La risposta è: non lo so.

Ma non so nulla o quasi poco, perché è tutto così frenetico che con grande difficoltà appena si riesce a memorizzare poche cose, dimenticandone tantissime altre; c’è una canzone di Memo Remigi: “ Cerchi nell’acqua “ non so quanti di voi la ricordano; una bella canzone ma che rappresenta pienamente la vita di oggi dove i nostri cerchi nell’acqua non raggiungeranno mai la riva!

Per fortuna in mio soccorso c’è il “ sogno”  non importa se potrò realizzarlo o no, l’importante che ci sia; non necessariamente l’amore voglio dire, ma il sogno che mi sappia in qualche maniera traslare sul pianeta – futuro -.

Ma il guaio è proprio questo la mancanza totale di una purché minima speranza di almeno poter pronunciare la parola – domani -.

E’ un cancro che non perdona e lentamente uccide la quotidianità intreseca di guerre, mal vivere, disperate fughe dalla povertà, corruzione,il tutto condito di ipocrisia, funestata dall’ipocrita e marginale forma di inesistente libertà, perché questa non esiste.

 

Non esiste più neanche uno straccio di umanità, quella che vedo è lo spettro di qualcosa che ormai è immagine sfocata nella memoria, questa oggi oberata e sommersa da mille difficoltà a malapena forse saprebbe in quella che fu, riconoscersi.