Risparmio energetico in casa: come tagliare i consumi elettrici?

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Si preannuncia un periodo di tagli e rinunce. L’aumento del costo dell’energia ha portato moltissime preoccupazioni a coloro che già faticavano ad arrivare a fine mese, al punto che in moltissimi stanno cercando dei modi per ridurre al minimo i propri consumi. Una scelta obbligata per preservare le proprie finanze, con un secondario beneficio anche a livello ambientale tramite una riduzione dei consumi ed una nuova consapevolezza riguardo i consumi energetici.

Trovare perdite e sprechi di energia elettrica in casa è più semplice di quanto si pensi, con tanti piccoli contributi che, nell’arco dei mesi e degli anni, hanno una certa rilevanza. Si passa dagli elettrodomestici costantemente in stand-by, alle luci dimenticate accese, fino anche ad abitudini sbagliate che portano ad aumenti dei consumi.

Illuminare con parsimonia

Ovviamente si da per scontato che non vengano lasciate le luci accese in stanze che non vengono utilizzate e che in generale si cerchi di utilizzare l’illuminazione interna solamente durante le ore di buio, prediligendo la luce solare quando possibile.

Una fonte di spreco sono spesso le luci non interne, ma quelle esterne. Molto spesso vengono dimenticate accese anche per giorni interi, in quanto di notte non le abbiamo immediatamente sott’occhio, mentre con la luce diurna non si nota che esse sono, appunto, accese. Prima di andare a dormire è sempre bene dare un’occhiata.

Un altro modo per risparmiare è quello di rimuovere alcune lampadine. Alcuni lampadari sono composti da più unità e molto spesso offrono più luce di quanta ne sia veramente necessaria. Rimuovere una o due lampadine andrà ovviamente a ridurre i consumi, abbassando anche l’intensità luminosa. Quest’accortezza potrebbe avere anche dei benefici riguardo i ritmi del sonno, in quanto molto spesso un’eccessiva illuminazione prima di coricarsi è tra le cause dell’insonnia.

Uso degli elettrodomestici

Tra gli elettrodomestici quello che consuma più di ogni altro è il frigorifero. Questo consumo è dovuto al fatto che esso deve stare sempre in funzione e, per quanto ben isolato, deve lavorare continuamente. Innanzitutto, per mantenere al meglio l’isolamento, esso va aperto il meno possibile, richiudendo immediatamente lo sportello per limitare le perdite. Inoltre non vanno mai inseriti al suo interno cibi ancora caldi, i quali ovviamente trasmetteranno il proprio calore all’ambiente interno.

Se si vuole fare un investimento a lungo termine, il frigorifero è probabilmente il primo elettrodomestico da cambiare. Modelli di fascia energetica e prestazioni migliori, come quelli proposti da www.frigomag.it, posso dimezzare i consumi con enormi vantaggi sul lungo periodo.

Lavatrici e asciugartici non devono mai lavorare a mezzo carico, cercando sempre di preferire, quando possibile, l’asciugatura all’aria, stendendo i panni all’interno della casa o nel locale caldaia. Anche in cucina utilizzare il forno meno possibile è ottimo per ridurre i consumi, andando ad accenderlo solamente per cucinare grandi quantità di cibo. Se necessario, meglio utilizzare un forno a microonde o forni in generale più piccoli, che richiedono meno energia per funzionare.

Correnti parassite

Non sono soltanto i dispositivi abbandonati in stand-by a consumare energia in maniera quasi passiva, ma anche tutti quei cavi di alimentazione, i caricatori e le prese multiple collegati alla corrente e scollegati dall’altro capo. In questo caso la dispersione è minima, ma mai nulla. Se in casa si hanno moltissimi caricatori attaccati tutto il giorno e tutti i giorni alla presa di corrente, lo spreco energetico potrebbe rivelarsi molto rilevante.

Questo vale anche per tutti quegli elettrodomestici che sono apparentemente spenti, senza alcuna luce o segnale attivo, ma che in realtà ricevono una minima parte di alimentazione. Questo si può estendere a qualsiasi tipologia di dispositivo elettronico che, anche se non utilizzato, continua a consumare piccole quantità di corrente finché è attaccato alla linea domestica.