Monterosso. Mai condannare prima delle sentenze: assoluzione piena per un trentenne

giustizia

Una vicenda come tante, putroppo in Italia. Troppo facile “condannare” sui media un cittadino. Una prassi consolidata che va contro la correttezza e la deontologia. Troppo spesso sulla stampa si arriva ad “emettere sentenze” che rischiano di “marchiare” una persona. Del resto fare un titolone è facile e conveniente, con il lettore pronto a scatenare la triste gogna mediatica.

Questa vicenda risale alla scorsa estate. Alla stampa arriva notizia che i Carabinieri della sezione Radiomobile della compagnia di Serra San Bruno, impegnati in un posto di controllo, durante una perquisizione veicolare avevano rinvenuto una busta contenente limoni dalla quale proveniva un odore di marijuana. Tra i limoni c’era un altro involucro in plastica, contenente 45 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

Ad essere fermato Walter Mesiano, 36 anni di Monterosso Calabro (Vibo Valentia). Lo scorso giugno il Tribunale di Vibo Valentia ha convalidato l’arresto dell’uomo senza, però, applicare alcuna misura cautelare così come richiesto dall’avvocato Pasquale Matera (in foto). “Il tribunale accogliendo la tesi del sottoscritto difensore non ha ravvisato gli elementi tipici dello spaccio pertanto non ha ritenuto necessario applicare alcuna misura cautelare” riferiva il noto legale vibonese. Oggi a distanza di mesi, lo stesso avvocato Matera, ha comunicato alla nostra redazione la piena assoluzione del suo assistito. “Giustizia è stata fatta” precisa il difensore. Il mio assistito è stato pienamente assolto. Il giudice ha accolto la nostra tesi”.

Avvocato Pasquale Matera

Quanti Walter Mesiano ci sono in giro per l’Italia? Sarebbe l’ora che si interrompesse questo “cortocircuito” evitando di diffondere notizie che possono ledere l’immagine di tanti italiani esponendoli a condanne preventive a mezzo stampa. Vale per Mesiano come per tanti imprenditori e/o politici condannati a mezzo stampa e poi pienamente assolti.

Fortunatamente ci sono avvocati come Pasquale Matera, che come il suo collega di studio Sidney Arena, ogni giorno si impegnano per i loro assistiti, per riaffermare il diritto ad essere giudicati in aula e non sui mezzi di informazione. In Italia la giustizia è fondata sulla presunzione d’innocenza, ma troppo spesso questo ed altri principi basilari vengono dimenticati troppo facilmente. Non è affatto bello per chi finisce nel tritacarne mediatico, per lui, per la sua famiglia, per chi gli sta vicino. Soprattutto quando si sa di essere accusati di qualcosa che non si è commesso. Per fortuna la giustizia in Italia c’è. Anche noi organi di informazione dobbiamo fare la nostra parte nell’educare al rispetto della giustizia e di tutti i cittadini.