Il Governo Draghi ammette il salasso: il caro bollette è solo all’inizio

Mentre si lavora alla quarta dose e mezza Italia è in quarantena, il Governo dei migliori capitanato da Draghi ammette il salasso. Anzi lascia intendere che il caro bollette è solo all’inizio. “Se a fine anno avevamo detto che c’era l’aspettativa che dopo il primo trimestre 2022 ci si aspettava un decremento dei prezzi del gas, francamente ora la cosa diventa più difficile da credere perché sono subentrate questioni geopolitiche” che riguardano la Russia e le sue relazioni con l’Unione europea. “Quindi, sebbene ci si possa attendere una stabilizzazione, questa non è più così imminente”. A pronunciare la “sentenza” è il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in audizione alle commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Gli analisti vedono i tempi per un raffreddamento dei prezzi “molto lunghi, e difficilmente su esauriranno a marzo 2022, quindi servono misure strutturali e non contingenti”, precisa il ministro.

Cingolani come Draghi e i migliori nega l’evidenza. “L’attuale e perdurante impennata dei prezzi dell’energia “non dipende dalla transizione ecologica ma da congiunture correlate al prezzo del gas”. Del resto la transizione ecologica a spese del portafoglio degli italiani è solo all’inizio. “Stiamo lavorando all’ipotesi di una revisione del sistema elettrico che va fatta in ottica europea, con un riassetto che veda lo spostamento delle rinnovabili su mercati di contrattazione di lungo termine e non più ancorati a gas e CO2″.

Bisogna pure “trattenersi dagli scongiuri” a sentire il Ministro. “A meno di un febbraio tremendamente glaciale, non corriamo rischi” di blackout, “anche se le riserve sono un po’ meno piene” di gas rispetto “agli anni passati”, ma “non sostanzialmente diverse”. “In Europa alcuni Paesi potrebbero avere difficoltà”, rileva.