Latina. Antonino Salvatore Zappalà ha ucciso la suocera Nadia Bergamini

omicidio

Femminicidio a Latina dove Nadia Bergamini è stata uccisa dal genero. La donna di 70 anni è giunta in ospedale con il cranio fracassato, priva di conoscenza per le troppe botte ricevute. Poi è spirata. Autore del delitto il genero. Nadia Bergamini, che insieme alle figlie gestiva un bar sul lungomare del capoluogo pontino, era sola in casa con il genero Antonino Salvatore Zappalà, 44 anni.

La figlia era uscita e al suo ritorno, nell’appartamento di via Casorati, tra la Pontina e via del Lido, ha trovato la madre agonizzante, con la testa a pezzi. All’inizio avrebbe ipotizzato una caduta della donna, che aveva diverse patologie e soffriva di crisi epilettiche. Il quadro è subito apparso diverso, considerando anche che il compagno non le avrebbe dato alcuna spiegazione plausibile dell’accaduto. Chiesto aiuto, sul posto sono intervenuti il personale del 118 e la polizia.

Il genero della vittima, anziché fornire una spiegazione del ferimento dell’anziana, si sarebbe scagliato contro gli investigatori della squadra mobile e della squadra volante. Condotto in Questura con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, Antonino Salvatore Zappalà è stato poi sottoposto a fermo per lesioni gravissime. Un’accusa che dopo alcune ore, con il decesso di Nadia Bergamini, si è trasformata in quella di omicidio.

I medici dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, con un intervento urgente di neurochirurgia, hanno tentato in ogni modo di salvare la vita alla donna, cercando di rimuoverle un vasto ematoma cerebrale, ma invano. Nadia Bergamini è morta sotto i ferri.