Conte tentato da Letta: il 16 gennaio pronto ad entrare in Parlamento da Roma 1 per bilanciare la svolta “a destra” di Renzi

Giuseppe Conte preferirebbe entrare in Parlamento per una legislatura intera. Tuttavia l’ex premier potrebbe cedere alle lusinghe di Enrico Letta. Il capo dei grillini potrebbe essere il candidato di coalizione per il collegio di Roma 1. Il posto lasciato libero dal sindaco Roberto Gualtieri e prima di lui da Paolo Gentiloni, una sorta di collegio blindato per i dem.

Cosa vogliono in cambio Letta (e Bettini)? Innanzitutto suggellare il patto dem grillini per la coalizione giallorossa alle prossime politiche e poi stringere accordi in vista della partita del Quirinale. Giuseppe Conte da parlamentare può inoltre controllare da vicino i gruppi, al pari di Enrico Letta entrato dal collegio di Siena.

Le suppletive si terranno il 16 gennaio. Pochi giorni prima della prima seduta comune dei grandi elettori chiamati a scegliere il successore di Mattarella in uno scenario enigmatico.

Conte è uno dei due “jolly” a cui pensava Letta per quel collegio, insieme a Zingaretti che però deve terminare il mandato alla Pisana. A rafforzare l’opzione Conte è stata la svolta a “destra” di Renzi che non è più nel “campo largo” del centrosinistra ma guarda al nuovo centro dove Italia Viva sarà in federazione con altri partiti centristi.

E se Conte rifiutasse? Letta in tal calso preferirebbe una donna, tra la portavoce della Conferenza delle Donne Cecilia D’Elia, con cui si è instaurato un rapporto di fiducia in questi mesi, o Anna Maria Furlan, ex leader della Cisl e osservatrice indipendente delle Agorà. Sullo sfondo, l’ex eurodeputato ed ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra, che ha il vantaggio di un’amicizia consolidata con Letta.

Matteo Renzi non sta certo fermo. Carlo Calenda insieme ad Italia Viva sono contro la possibilità che Giuseppe Conte sia il candidato unitario di Pd e Cinque Stelle nel voto per le elezioni suppletive del 16 gennaio alla Camera per il collegio di Roma 1. Carlo Calenda non esclude di scendere in campo personalmente per contrastare Conte. “È incredibile – scrive su Twitter il leader di Azione – il livello di sottomissione del Pd al Movimento Cinquestelle. Incredibile. Non esiste alcun Ulivo 2.0 ma semplicemente un patto di potere tra due classi dirigenti prive di coraggio, spinta ideale e coerenza. Contrasteremo questa scelta”. “Candidare Conte nel collegio che Gentiloni e il Pd di Renzi vinsero nel 2018 contro M5s-destra, e dove la Lista Calenda è arrivata prima alle comunali di due mesi fa – fa eco a Calenda Anzaldi – significa mettere a rischio quel seggio. Serve una candidatura riformista, altrimenti vince il centrodestra”.