L’insoluta delicata distanza

L’insoluta delicata distanza

Di Vincenzo Calafiore

28 Settembre 2021 Udine

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La domanda è: l’individuo possiede la capacità di conservare e far rivivere a livello immaginativo ciò che gli procura piacere e, di contro rifuggire ciò che gli procura dolore?

Qualsiasi  manifestazione della distanza o lontananza trova il suo correlato psicologico in quell’idea che è la

– separatezza – di uno spazio fisico o mentale che divide creando così quel forte senso di interna – mancanza –.

Il senso della lontananza pur nel sul aspetto di

Distanza temporale agisce sui fatti con un meccanismo perverso, esaltandone la qualità della piacevolezza e, di contro, sbiadendo la portata del negativo insito comunque in qualsiasi umana vicenda.

Una cosa che bisognerebbe fare ogni momento del giorno è il ringraziare o di elogiare l’ineluttabilità del destino, una voce che ci abita dentro e ci chiama, la prima volta per nascere e, la seconda, per morire.

Non possiamo cambiare l’inizio e la fine, ma la fase  intermedia dipende tutta da noi!

Dimentichiamo che la felicità viene dal piacere di dare  e di ricevere …. Andando a passeggiare nei boschi costruivo un bastone per reggermi, camminavo inventandomi parole senza senso, creavo così una grammatica, sgrammaticata, ma era musica di parole nell’aria, poi vento. … è una mia metafora, ma quello era il mio

-Bastone  del potere – , quel potere buono, creativo, era pensiero …. La bacchetta magica dei miracoli, è questa la magia della vita.

Ma la vita non è quel giardino fiorito incantato, è un fondale scenico di un teatro dell’assurdo che l’uomo pian piano maledettamente ha cambiato in un qualcosa di assurdo; qui torna e, in maniera perentoria,  quell’insoluta delicata distanza da ogni cosa.

Facendo sì che il ricordo diventi rimpianto di ciò che non è più o non si ha più, ovvero tanto lontano da non poter essere afferrato e trattenuto a se.

Questa – distanza – la si vive negli amori che nascono o sono finiti, o nei ricordi delle trascorse stagioni della vita che, nel momento in cui si allontanano sembra che la vita sia finita.

Ci si può sorprendere allora a godere della propria sofferenza nel rivivere il passato, immergendosi nei fatti come se nulla fosse cambiato, nonostante il tempo trascorso; utilizzando a livello soggettivo lo stesso meccanismo che la facoltà immaginativa applica a tutte le esperienze umane.

Tuttavia ogni singolo individuo è soprattutto proteso a diminuire il carico di emozioni negative che la distanza contiene, riguardo sia le passate vicende, sia le esperienze dell’oggi, del momento.

Il “pensiero” con la sua struttura sempre più complessa sembra infatti procedere di pari passo alla crescente paura dell’uomo di – perdersi -, di rimanere solo con se stesso a subire il peso del distacco dall’altro, come dal sé più autentico.

E’ singolare la capacità umana di ritrovarsi; una difesa antica e sempre efficace per combattere i fantasmi connessi alla terrena limitatezza; ma è anche compito arduo richiedere impegno, capacità introspettiva, disposizione a rischiare, coraggio di soffrire!

Dunque ritornano le immagini da un luogo e tempo lontani, sembrano rompere le severe leggi dell’irreversibile, per questo il suo accoglimento ci  appare dolce. Bisogna avere una spazio interiore sempre aperto su questa insoluta delicata distanza, da noi stessi!