Mel. Giacomo Sartori impiccato con una catenella e una corda a Casorate Primo

Si sono concluse le ricerche di Giacomo Sartori. Il ragazzo è stato trovato morto impiccato ad un albero nella zona di Casorate Primo, a poca distanza dal luogo in cui era parcheggiata l’auto. Del tecnico informatico di Mel (Belluno) non si avevano più notizie dalla notte di venerdì scorso, quando in un bar di Milano gli era stato rubato lo zaino con il portafoglio, i documenti e il pc di lavoro.

Sul posto i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano per verificare le condizioni del cadavere e la posizione del corpo. Non si esclude il suicidio, ma sono aperte anche altre ipotesi, come quella che il ragazzo di 29 anni, durante la notte, stesse cercando i ladri del suo computer. A fare la scoperta è stata la vice coordinatrice della Protezione civile di Bereguardo, che stamani è arrivata alla cascina e ha cominciato da lì a perlustrare la zona. A un certo punto ha alzato gli occhi e l’ha visto.

Il corpo di Giacomo Sartori era appeso con una catenella e una corda, piuttosto in alto, ad una grande quercia, dai rami molto fitti. I proprietari dell’agriturismo Cascina Caiella e del terreno circostante hanno riferito di essere stati più volte nel frutteto, durante la settimana, per svolgere i consueti lavori e di non essersi accorti di nulla.

Giacomo Sartori venerdì sera, dopo aver subito il furto dello zaino ed averlo cercato invano nel locale, si era allontanato da Milano con la sua auto aziendale, una Volkswagen Polo grigia, e aveva imboccato l’autostrada in direzione Pavia. Una telecamera comunale di Motta Visconti ha inquadrato l’auto vicino al cimitero alle 7.15 di sabato 18 settembre. In quegli istanti il suo cellulare era acceso, ha agganciato la cella telefonica di Motta ma non ha effettuato chiamate. Dai tabulati, analizzati dai Carabinieri di Milano, c’è però “traffico dati”. Stava utilizzando la rete Internet, scambiando messaggi via WhatsApp o forse era impegnato in una chiamata fuori rete usando il servizio di messaggistica. Quella è stata l’ultima traccia di Giacomo.
Sabato mattina non si era presentato agli appuntamenti fissati e lunedì l’azienda di software di Assago (Milano) per cui lavora aveva contattato la famiglia, già in apprensione per la mancanza di notizie del giovane.