Libro Blu 2020, tutti i numeri della crisi del gioco legale

Impietoso segno meno per la spesa legata al gambling nostrano nel 2020. I numeri del settore hanno infatti registrato un crollo, con una forte diminuzione da imputare tutta all’emergenza, prima sanitaria e poi economica, legata alla diffusione del virus Covid 19. 

Lo riporta il nuovo Libro Blu 2020, pubblicazione annuale dell’Agenzia Dogane e Monopoli, presentata di recente a Roma per festeggiare anche l’anniversario della sua creazione. Quello che risulta evidente è il peso delle politiche volute dal governo, che imponendo la chiusura dei punti vendita per oltre 160 giorni ha limitato se non addirittura bloccato l’economia di questo settore. “Il report in questo senso parla chiaro – spiegano dalla redazione di BonusRicchi.com – la spesa, vale a dire la raccolta totale meno le vincite ottenute dai giocatori è diminuita del 33,2%, traducibili in 2,9 miliardi di euro. 

Le vincite invece sono arrivate a 75,3 miliardi (quindi un segno meno del 17,2%), mentre per l’Erario la perdita è del 36,2% (ossia 7,24 miliardi). Il lockdown di cinque mesi, nel corso dell’anno, è riuscito a bloccare e in alcuni casi chiudere per sempre gran parte della rete fisica, che registrato un taglio della spesa del 47,2%. “A risultare particolarmente colpiti sono il bingo (-59,2%), slot e videlottery (-53,4%), scommesse ippiche (-51,6%) e scommesse sportive (-33,3%)” spiegano da BonusRicchi.com.

E proprio a margine della presentazione del Libro Blu e del suo 20esimo anniversario, ha parlato  Marcello Minenna direttore generale dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli. Che da un lato ha sottolineato la funzione regolatrice, normativa, vigilante della sua istituzione, e dall’altro è tornato ad alzare la voce nei confronti della politica. Per chiedere razionalizzazione e semplificazione, un testo unico per la materia dei giochi, in maniera tale da contrastare l’illegalità e aiutare i consumatori.

“È evidente che serve anche una evoluzione organizzativa – ha spiegato Minenna – verso un modello di autorità al passo coi tempi. L’Agenzia si sta misurando con la guerra dei dazi, Brexit, la logistica, l’abbassamento dei prezzi in dogana, la Via della seta, il raddoppio del canale Suez; quello che era vero agli inizi del 2000 ora è completamente falsificato, e l’Agenzia ha reagito a queste esigenze con un forte dinamismo e capacità di innovare le procedure, ma c’è l’esigenza di mettere mano all’apparato regolamentare in un’ottica di semplificazione”.

Insomma, i margini per aiutare il settore del gambling ci sono tutti. Ora la palla passa, come sempre, ai banchi della politica.