Nuovi paradigmi socio-economici per un futuro sostenibile

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Di fronte alle crisi e al vacillare sempre più evidente del paradigma socio economico in cui siamo immersi, è il momento di iniziare a studiare e considerare delle alternative che permettano di non sprofondare ancora di più nelle difficoltà e nei problemi. Sono molti gli economisti che stanno considerando alcuni modelli applicabili che vadano nella direzione della decrescita e della regressione, per una vita più a contatto con la natura. senza stress o in ambienti troppo urbani. Per quanto a livello teorico questo sia davvero sostenibile, non tutti sono pronti o desiderosi di andare in questa direzione. Alcuni studiosi tra cui Kate Raworth – economista inglese che lavora per l’Università di Oxford – credono sia sufficiente regolare il rapporto tra uomo e risorse per avere un ecosistema sostenibile. Questo non dovrebbe richiedere sforzi o rinunce eccessive nella vita quotidiana, si potrà infatti continuare a guardare la tv, fare qualche viaggio o divertirsi in vari modi.

Va considerato come molte modalità di svago siano effettivamente sostenibili e richiedano soltanto uno smartphone e una connessione internet. Tra queste si può parlare del mondo del casinò online, settore che attira sempre più persone e che ha nettamente contribuito al calo delle emissioni globali legate al gioco d’azzardo nel mondo, visto che non richiedono ai giocatori di spostarsi, nè richiedono la costruzione di imponenti strutture come i casinò tradizionali. I casinò online competono tra loro senza il bisogno di creare eco-mostri, ma semplicemente cercando di offrire i migliori bonus di casinò sul mercato. Grazie alle offerte di bonus senza deposito, free spins, bonus cashback e altri tipi di promozioni, i casinò online si contendono la preferenza dei giocatori generando un impatto ambientale davvero minimo.

Il mondo digitale sta comunque aiutando alcune transazioni che potevano essere più complesse. Molte persone stanno cambiando le proprie abitudini in una direzione più virtuale e digitale, senza rallentare però alcuni squilibri che si stanno verificando. Ad esempio si sta studiando come la domanda mondiale di molte merci ha superato la capacità di produzione. Vale soprattutto per materie prime come rame, petrolio, caffé e cartone. La conseguenza più diretta è che questi materiali aumenteranno di prezzo. Questo è il maggiore indice di non sostenibilità. Tra le alternative per correggere il sistema che sono state studiate vogliamo approfondire il modello dell’economia della ciambella, messo in atto proprio dall’economista Kate Raworth. L’economia della ciambella si chiama così a partire da grafico che la rappresenta. Esistono due confini, uno esterno (limiti ambientali) e uno interno (dimensioni sociali). Il confine interno è lo spazio entro il quale si deve considerare garantita la disponibilità delle risorse di base (cibo, acqua, assistenza sanitaria ed energia) affinché i diritti umani siano pienamente rispettati. Il limite esterno invece delimita l’area naturale e ambientale sfruttabile dall’uomo per le risorse. Questa dovrebbe essere proporzionata solo alle necessità dell’ambito sociale, e non superare mai quel livello di stress che porterebbe al cambiamento climatico e perdita di biodiversità. Le prime sperimentazioni dell’economia della ciambella si potranno vedere ad Amsterdam, che ha scelto questo modello per la ripresa post-Covid e lavorerà per regolamentare e incentivare un’economia più sostenibile e biologica in ogni ambito.