Agricoltura bergamasca in difficoltà nel primo semestre 2021

“Il primo semestre 2021 si è chiuso con una situazione segnata da pesanti criticità per l’agricoltura bergamasca, alle prese con una crisi sempre più profonda della zootecnia, una serie di eventi climatici avversi e un processo di perdita della superficie agricola utile che non pare arrestarsi”: è quanto afferma  Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, commentando le indicazioni contenute nell’analisi semestrale sull’andamento del settore a livello provinciale, effettuata dall’area economica dell’associazione.

“Già alcune settimane fa i nostri uffici avevano lanciato l’allarme sul preoccupante andamento delle produzioni animali, che in Bergamasca rappresentano il 59% del fatturato globale del settore primario – ricorda il direttore di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo –. Nel mese di giugno avevamo evidenziato in particolare la sofferenza del comparto lattiero, alle prese con significativi incrementi nei costi delle materie prime e un generale rallentamento dei mercati internazionali dei prodotti lattiero-caseari. Ora si aggiungono gli effetti di una pesante crisi del comparto suinicolo, dove sul mercato domestico differenti rappresentanze degli allevatori hanno evidenziato prezzi di ritiro dei capi costantemente al di sotto dei prezzi di riferimento indicati dalla cosiddetta Commissione Unica Nazionale (CUN)”.

In provincia di Bergamo gli allevamenti suinicoli ad alta specializzazione sono poco più di un centinaio, cui si aggiungono numerosi allevamenti marginali o di dimensioni medio-piccole, per un totale di suini all’ingrasso di circa 280.000 capi. Il patrimonio suinicolo è concentrato in pianura, dove si realizza quasi il 95% della produzione e dove la maggior parte degli allevamenti specializzati è iscritta al Consorzio di Tutela DOP dei prosciutti di Parma e S. Daniele, sbocco principale della produzione del suino pesante.

“Tra i fattori di criticità con cui deve fare i conti l’agricoltura bergamasca rientra senz’altro la perdita di superficie agricola dovuta al cambio nella destinazione d’uso – fa notare Marco Perletti, vicedirettore di Confai Bergamo” -. La sottrazione di terreno all’agricoltura avanza al ritmo di oltre mezzo milione di metri quadrati per semestre, con una superficie agricola totale che si attesta attualmente intorno ai 73.500 ettari, di cui circa il 49%  è rappresentato da superfici di pianura”.

Il quadro a tinte fosche dell’agricoltura provinciale è infine completato dalla persistenza di alterazioni climatiche che da anni incidono negativamente sullo stato dei suoli e sui bilanci delle aziende agricole bergamasche, ormai alle prese con un fattore di rischio che colpisce con altissima frequenza sia le aree di pianura che le zone collinari.