Contro il cyberbullismo i genitori devono controllare i cellulari e i pc dei propri figli?

Gli ultimi mesi hanno portato i ragazzi italiani a trascorrere un numero impressionante di ore connessi in rete tra videolezioni, compiti da svolgere, ricerche da fare, lavori di gruppo. I genitori italiani sono molto preoccupati per i loro figli alla luce dei rapporti Istat che rilevano come il 50% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno un episodio di bullismo. Addirittura il 20% è una vittima frequente. Questa forma di soprusi e abusi si concretizza principalmente in Internet e si chiama nello specifico cyberbullismo. I genitori cosa possono fare? Devono controllare i cellulari e i pc dei propri figli? A tal proposito ad Iodonna in un’intervista Lisa Di Berardino, vicequestore della Polizia postale, esorta i genitori a “controllare i cellulari e i pc dei propri figli. Verificare i messaggi, le immagini, i video. Non devono avere alcun

timore. In questo campo non c’è e non deve esistere un problema di privacy. Si deve sorvegliare e intervenire per evitare conseguenze gravissime”. Tant’è che sono tantissimi i genitori che si documentano su come spiare whatsapp che è una delle applicazioni più usate in Italia per comunicare non solo tra i giovani. Whatsapp putroppo è uno dei canali dove il cyberbullismo si manifesta.

Sono tanti gli adulti che usano un’app per spiare WhatsApp, così da “vegliare” sullo stato di salute sia mentale sia fisica dei propri figli e poter reagire in tempo utile se si dovessero presentare situazioni di pericolo. Una delle app più usate è Spybubble.

Il cyberbullismo è fenomeno allarmante. Il 45% delle ragazze dichiara di percepire un forte di disagio a seguito dei commenti di carattere sessuale online. Il 68% dichiara di aver avuto esperienza diretta di casi di cyberbullismo. È normale essere preoccupati davanti a uno scenario del genere.

È molto importante che i genitori siano presenti nella vita dei propri figli per supportarli soprattutto se sono in pericolo e sono vittime di cyberbullismo. Le vittime si sentono sbagliate, sole, umiliate e provano vergogna nel chiedere aiuto. Dall’altro lato i bulli non riconoscono le emozioni negative e hanno difficoltà nel gestirle. In questo meccanismo ci sono anche gli spettatori silenziosi, testimoni indifferenti o impotenti degli abusi. Lo strumento di prevenzione e di intervento è affidato a genitori ed insegnanti che hanno come dovere controllare i ragazzi, le loro attività con telefonini e computer.

Tra le casistiche più diffuse ci sono i ricatti a sfondo sessuale. Ragazzi, ma soprattutto ragazze, che hanno subito un ricatto dopo essere stati ripresi in atteggiamenti sessualmente disinvolti, più o meno espliciti. Bisogna controllare e, in presenza di stranezze, denunciare. È un dovere intervenire e non sottovalutare il problema dal momento che ci sono tanti ragazzi che si sono suicidati per la vergogna.