Michele Anelli – il suo album “Sotto il cielo di Memphis”

Per chi non ha mai sentito la voce di Michele Anelli, al primo ascolto può facilmente confonderlo per il compianto Lucio Battisti. Con delle sfumature tipiche, invece, che ci ricordano il recentemente scomparso maestro Franco Battiato. E parliamo sia di gradazioni canore che musicali.

Queste poche parole dovrebbero bastare per accendere la vostra curiosità.

Se non vi sono bastate, possiamo dirvi che con lo scorrere dei secondi è impossibile però non accorgersi anche del profondo livello di emozione che questi brani riescono a suscitare. Stiamo ascoltando un artista completo e sicuramente esperto poiché, se non lo sapevate già, Anelli, che oltre ad essere musicista è anche uno scrittore, in passato è stata la voce dei Groovers e fondatore e bassista della band The Stolen Cars.

Se proprio siete difficili da convincere, date una sbirciatina al booklet di questo LP, dove spicca il nome di Taketo Gohara, produttore e sound designer giapponese che opera stabilmente in Italia e vanta la collaborazione con artisti di livello (dai Negramaro a Capossela passando per Elisa e Biagio Antonacci). C’è poi anche Giovanni Versari, a cui è stato affidato il mastering del disco, che nel suo c.v. riporta i nomi di Ennio Morricone, Mario Biondi, Morgan, Battiato, Afterhours, ecc. Convinti?

Sotto il cielo di Memphis è decisamente un progetto musicale coerente, un album come non se ne sentono più da alcuni anni a questa parte. Le tracce sembrano frutto di un lavoro fatto tutto d’un fiato, come capita quando l’artista viene avvolto dal vento dell’ispirazione. È probabile, chissà?

L’intero disco sembra avere sempre lo stesso mood e diventa un compagno di viaggio perfetto. I suoni, l’andamento della musica e le emozionanti parole sono la giusta combinazione per scatenare decine di pensieri durante l’ascolto. Pensieri ambientati in quei momenti di quiete di quelle giornate calde quando le temperature proibitive ci spingono a ridurre al minimo le nostre azioni. Ci lasciamo avvolgere dall’estrema sensazione di relax che questo disco è in grado di darci…

Questo LP è sostanzialmente diviso in tre blocchi. Nel primo blocco, costituito da 8 brani possiamo individuare la parte principale dell’opera.

Si parte con Appunti, un titolo che già si sposa perfettamente col titolo dell’intero disco che, fra l’altro, viene citato nel testo. Due colpi di chitarra ben assestati prima di partire col quel ritmo blando che diventerà il leitmotiv generale. C’è ben poco da dire poiché tutto è costruito alla perfezione. La base ritmica insieme al movimento delle chitarre riesce davvero a stimolare le emozioni. Sembra d’esser ripetitivi ma è proprio così. Struttura del pezzo non scontata.

Quello che ho è il brano sul quale forse si sente più l’analogia allo stile di Lucio Battisti. Interessante il sound vagamente retrò dove anche l’utilizzo dei cori è in grado di proiettarci in un’epoca sonora non più attuale ma decisamente immortale. Da gustare.

Tenerezza fra tutte le altre è quella che veste meglio l’abito della ballata, almeno per la prima metà dopo la quale evolve in qualcosa di ritmicamente molto più coerente con le linee principali del disco. Ci ricorda un po’ Shiny Happy People dei R.E.M. nel passaggio coi coretti che precede la parte finale. Un brano davvero interessante.

Un altro pezzo che invece riesce a muovere delicatamente il nostro corpo durante l’ascolto è Fino all’ultimo respiro che ha un volto musicale più allegro. E qui, nel ritornello, che percepiamo maggiormente il richiamo al maestro Battiato. Come per la canzone precedente, anche qui si osserva un cambio di passo a partire dalla metà della traccia. In questa occasione però è solo per alcuni passaggi, come un breve offroad, perché poi si ritorna sul ritmo principale.

Un’intro nebulosamente struggente si pone all’avvio la traccia numero 5, Ballata Arida, quella in cui apprezziamo, più che in ogni altro pezzo dell’Anelli, l’intervento canoro, nel finale, di una bella voce femminile purtroppo non accreditata. Anche qui le parole sono profonde, riflessive e mai banali. Molto interessanti i passaggi strumentali con effetti “sporchi” quanto basta.

Siamo già entrati nella seconda parte del primo blocco ma È solo un gioco è un brano che non tradisce il progetto mantenendo un approccio di composizione e scrittura coerente. Qui percepiamo linee melodiche che richiamano molto lo stile battistiano: alcuni passaggi fanno venire i brividi per quello che riescono a rievocare.

Un improvviso avvio con un ritmo più brillante attira la nostra attenzione al giungere del brano n. 7, Spalo nuvole, già interessante e pittoresco nel titolo. Una canzone sapientemente posizionata nella tracklist perfetta per creare un punto di temporanea rottura nella struttura del disco. Costituirebbe anche il pre-finale del blocco principale. Adatta.

Sono chi sono ci riporta prepotentemente nella linea dominante dell’opera seppur con una sorprendente cavalcata in trotto folk nella seconda parte della traccia. Testo da assaporare come un dessert prelibato.

Si passa al secondo blocco dell’LP composto da due tracce registrate al FAME (Florence, Alabama Music Enterprises) Recording Studio, storico studio di registrazione americano che ha visto passare per le sue stanze artisti del calibro di Joe Cocker e Rolling Stones. Questa parte del disco offre una variante di Ballata Arida registrata in versione più corta e senza l’intervento finale della voce femminile. L’altra traccia è Escluso il cielo, un brano sicuramente interessante ma con arrangiamento leggermente fuori delle “regole” sentite nel resto dell’album. Ci ricorda qualcosa nello stile di Biagio Antoniacci, e a voi?

Saltiamo al terzo e ultimo blocco dove troviamo 5 brani in versione demo. Ho sparato al domani ci mostra subito una veste insolita rispetto a tutto quello che abbiamo sentito fino ad ora in questo disco. Sicuramente ci stupirà maggiormente quando troverà la sua forma definitiva. La seconda demo, Il figlio, ha invece un interessante ambiente sonoro, probabilmente ancora da sviluppare, ma che già così genera molta aspettativa.

Giovanni e il R’n’R come cura contro l’indifferenza ci è sembrato un brano molto più completo e in linea con le aspettative sonore del disco. Non avrebbe sicuramente demeritato se avesse fatto parte del primo blocco dell’intera opera. Sempione 71 è la prima delle ultime due tracce demo registrate live in studio, insieme a Resto Libero. Interessante il testo nella prima mentre nella seconda la grande pace che riesce a trasmettere è l’elemento più in risalto che questo pezzo offre.

Link per l’ascolto: https://deltapromotion.bandcamp.com/album/sotto-il-cielo-di-memphis

Dettagli:

Data di rilascio: 4 Luglio 2021

Artista: Michele Anelli

Durata: 60 Min

Genere: Canzone d’autore

Label: DELTA Records & Promotion