Antonio Chiaramonte apre il Cinema alle scuole di tutta Italia

Il MIUR, Ministero dell’istruzione esprime il proprio sostegno a questa iniziativa di alto rilievo culturale, sociale, artistico, attraverso la concessione del patrocinio. Un segnale importante che il produttore catanese Antonio Chiaramonte, insignito nell’ambito della 77a Mostra del Cinema di Venezia del Premio Starlight International Cinema Award, per il film “Io Ho Denunciato“, prodotto da CinemaSet e diretto da Gabriel Cash, scritto dall’autore Paolo De Chiara e coadiuvato dall’Avv. Enzo Guarnera, con protagonisti il lentinese, Dario Inserra, Simona Di Sarno, Matteo De Buono e Matteo Lombardi, vuole dare, un messaggio diretto, essenziale e reale, per far capire, ancora una volta, soprattutto ai giovani, che l’illegalità va combattuta.

L’intento è quello di creare, con i ragazzi delle scuole, un focus group sull’importanza dell’azione antiracket e antiusura, coinvolgendo poi gli stessi studenti in momenti di sensibilizzazione pubblica nella città, validamente riconosciuti come crediti formativi.

Il tour, iniziato da Catania, continua il tutta Italia e si prefigge di coniugare Cinema, Letteratura e Legalità in un “unicum”, per generare e diffondere nei più giovani la cultura della legalità e la  fiducia verso nella giustizia e nella democrazia.

Pertanto, un delicato è importante momento sarà rivolto soprattutto al mondo giovanile, grazie alla visone di mediometraggi e lungometraggi, per sottolineare la credibile fiducia nelle istituzioni preposte al rispetto della legge, offrendo stimoli ed esperienze vicarie, capaci di motivare nelle nuove generazioni, l’adesione ai valori della legalità e del bene comune. La Cultura della legalità è stata sempre al centro di tutti gli incontri dove viene raccontata, anche la drammatica vicenda di un testimone di giustizia. Straordinario il lavoro di Chiaramonte che da sempre tiene alto il nome di Catania all’interno di tutte le vetrine cinematografiche più prestigiose al mondo, imponendosi su tante proposte internazionali con un messaggio di legalità, di verità, di giustizia. Valori che attraverso il film saranno “trasmessi” ai ragazzi delle scuole non solo catanesi, ma di tutta Italia, nell’ambito di iniziative che coinvolgono il comitato tecnico-scientifico del Miur, sui progetti cinematografici inerenti alla legalità. Cinemaset di Antonio Chiaramonte, in questi giorni, è impegnata nella produzione di un nuovo film, “Lupo bianco”, il lungometraggio ispirato alla storia vera di Carlo Olmo, avvocato di Vercelli e fondatore dell’Accademia Shen Qi Kwoon Tai che, durante la prima ondata del coronavirus, è sceso in campo recuperando una quantità enorme di dispositivi di protezione individuale, donandoli alla comunità. Proprio mentre in tutta Italia le mascherine scarseggiavano e la popolazione era nel panico più totale, Olmo si è adoperato per aiutare la popolazione. Ha acquistato 160mila mascherine (tra quelle chirurgiche e le Ffp2) che ha donato ai dottori e agli infermieri che lavoravano in prima linea negli ambulatori dei medici di famiglia, negli ospedali e nelle Rsa. Una quantità ingente di preziose protezioni che Olmo è riuscito a distribuire gratuitamente anche fuori provincia facendo arrivare la sua generosità in diversi ospedali lombardi (allora fortemente in affanno) e in quelli liguri.

Il titolo del film è, ovviamente, Lupo Bianco, così in tanti hanno imparato a conoscerlo. L’idea è dell’attore vercellese Diego Cammilleri che si è avvalso dei siciliani Stephanie Beatrice Genova, sceneggiatrice e Tony Gangitano, che cura la regia. Le musiche sono di Serena Rubini, Marco Giva, Silva Poy e Francesco Cilione. Un cast di tutto rispetto, tra cui Sebastiano Somma, Remo Girone, Guia Jelo, Vincent Riotta, Francesca Rettondini, Rosario Petix, Antonio Lubrano e tanti altri. Fare del bene: è questo il leit motiv di Carlo Olmo. Non è un uomo fuori dal tempo e dal mondo; tutt’altro è una persona perfettamente calata nella società e nei suoi bisogni, che si impegna concretamente per garantire aiuto e supporto facendo forza su quella rete di contatti, di amicizie e di conoscenze che in questi anni ha creato.
Grazie alla sua generosità, ha avuto un ruolo fondamentale nel contenimento del contagio. Per questo impegno Olmo è stato premiato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che gli ha conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica: un titolo che quest’anno è stato assegnato a una cinquantina di persone che si sono impegnate concretamente nella lotta contro il Coronavirus. Ma questa è solo la parte finale della straordinaria vita di Carlo Olmo: un’esistenza contraddistinta dal dolore, ma anche dalla volontà di dare una mano alle persone che vivono un momento di difficoltà, non solo economica. Una vita straordinaria, quasi una favola, che inizia però sotto il segno del dolore. Il resto, lo vedremo al cinema.