E’ quasi l’alba

E’ quasi l’alba

Di Vincenzo Calafiore

14 Aprile 2021 Udine

“…. io ero con te quella notte.

I tuoi occhi erano così belli, così profondi

non puoi immaginare quanta bellezza

c’era dentro i tuoi occhi.

Ai miei occhi così austera, con quegli occhi

sottolineati da un filo di matita, rimasi

 a fissarti in silenzio ……… “

                                Vincenzo Calafiore

I tuoi capelli neri, un ciondolo attorno al collo esile, e un foulard bianco su un vestito lungo.

Restammo seduti sulla spiaggia a fissare in silenzio, il mare.      

Ti guardavo in silenzio in quell’alba nella tua innocenza, bella e perduta nei tuoi pensieri, a cosa pensavi?

Rimasi prigioniero della tua solennità e pensai a quel sole che pian piano se ne andava a dormire, così tu un giorno pian piano uscirai dalla mia vita.

Rimanesti ferma, poi, all’impiedi, sola come non lo eri mai stata nella tua vita, mentre l’emozione si faceva sempre più forte e nel tuo esile pallore si accentuò; guardandomi cercavi un abbraccio, il tuo rifugio sicuro.

Ti guardo mentre ti passi la punta della lingua sulle labbra, fissando le mie.

<< Io vado via! >>

<< No non puoi andare via, non puoi lasciarmi … >>

<< Vado via, qui non c’è più posto per i sogni, almeno nel luogo dove andrò avrò la certezza della mancanza di sogni ; forse è meglio il vuoto che la falsa pienezza di vita. >>

<< Rimani non andar via, qui almeno ci sono io, nel mare che hai in testa, nel tuo cuore che non vuole separarsi da me! >>

Allungasti le mani sulle mie sacrileghe, c’era la solitudine che all’improvviso cadde addosso, mentre il mare si lasciava cullare dalle maree.

Ti fossi vista …. Avresti creduto alla tua rara bellezza; tutta di celeste nella tua bellezza solitaria, eri apparsa dagli abissi stessi dell’amore come una dolce visione che mi ammutolì!

La tua serenità, mi ricorda i quartieri dei poveri, la domenica, quando escono dalla chiesa più felici di quando sono entrati.

Oggi tu, Clara sei così : felice.

Ti ho abbracciata, ti aggrappasti a me stringendomi forte, una maniera per non lasciarmi andare via.

Quella notte fosti di fuoco, la tua intensità mi fece capitolare, la tua audacia mi rese codardo, la tua solitudine mi suggerì di non andar via, rimasi a corto di parole.

Quanto sudore su quella spiaggia, non hai avuto paura immersa in quel mare nero come il petrolio, quanto amore è fluito dal tuo corpo Clara, quella notte!

Eri così indifesa quella notte, è un grande amore, Clara. E quella notte i tuoi occhi mi chiesero di tenerti così per sempre, non ci siamo staccati, come la barca dal mare che scivolava via dalle mani.

L’alba ci trovò lì, infreddoliti e abbracciati, i nostri profumi divennero uno solo. Si è portata via le mie parole ancora nell’oscurità; ora mi capita di cercarle, tendendo l’orecchio nel silenzio, il silenzio ascolta, Clara, io e te lo sappiamo, e le parole torneranno magari a sera, assieme ad altre parole del mondo, in tutte le lingue, Amore …. Prenderanno forma in migliaia di altri volti, di altre bocche che si cercano e di altre mani che si stringono.

Ora l’oscurità mi taglia fuori dal tuo spazio e allo stesso tempo mi avvicina.

Mi protegge e mi esclude dall’abisso vicino … sempre quell’abisso, mi immergo nei miei orribili rumori e taccio!

E’ quasi l’alba Clara e devo andar via …… !