Draghi cede a Salvini e al Paese reale: piano di riaperture dal 20 aprile

Gli italiani sono allo stremo. Speravano che l’arrivo di Draghi mandasse in soffitta i grillocomunisti. Gli italiani chiedevano a Draghi riaperture ed un piano per tornare a vivere. Non tutti sono statali in Italia, ci sono milioni di imprese e di lavoratori del settore privato, coloro che se non lavorano non hanno come vivere. Sono coloro che pagano tante tasse e contribuiscono anche a pagare la macchina statale e quindi i garantiti che anche rimanendo a casa percepiscono lo stipendio.

Ora sono anche le Regioni a pressare sul Governo Draghi per le riaperture. Non solo la Lega di Salvini e la Meloni con Fratelli d’Italia. Mario Draghi potrebbe convocare la prossima settimana la cabina di regia per valutare la programmazione di possibili riaperture, seppure di solo alcune attività, dopo il 20 aprile. A patto che si verifichi un miglioramento dei dati epidemiologici. Il provvedimento sarebbe contenuto in una delibera che dovrebbe essere approvata in Consiglio dei ministri, sempre che i grillocomunisti non si oppongano!

Le Regioni chiedono prospettive per i settori più colpiti e riaperture subito dopo il 20 aprile. Gli enti locali da maggio chiedono la ripartenza di attività ferme molti mesi come le palestre.

L’ultimo monitoraggio dello scorso venerdì ha stabilito che rimarranno in zona rossa 9 regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Campania, Calabria e Puglia), mentre in “zona arancione” torneranno Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trentino Alto Adige, Veneto e le Province autonome di Bolzano e Trento. Dal 6 al 30 aprile 2021 “in tutte le zone gialle si applicano le disposizioni previste per le zone arancioni”. È prevista anche l’estensione delle misure della “zona rossa” in caso di incidenza di contagi, superiori a 250 casi ogni 100 mila abitanti e nelle aree con una consistenza di circolazione delle varianti.

Le regole della “zona arancione” prevedono la possibilità di spostarsi all’interno del proprio comune tra le 5 e le 22 mentre gli spostamenti verso altri comuni e verso altre Regioni, sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.