Covid-19 molto più mortale negli obesi. Lo studio regionale

Quella che in molti cronisti chiamano “terza ondata” della pandemia è arrivata, con l’aggravante data dalle nuove varianti straniere che stanno dando una spinta propulsiva alla velocità di diffusione del virus. L’Emilia-Romagna si trova di nuovo in una situazione  preoccupante, dimostrato dall’appello del presidente Bonaccini per non mollare ora che la vaccinazione è in corso.

Anche a livello locale si susseguono le indagini epidemiologiche delle istituzioni preposte. In particolare di recente è stato pubblicato su “Obesity Surgery” uno studio approfondito su pazienti bariatrici, per capire come e quanto aumentino i rischi di sintomi severi del Covid-19 in situazione di sovrappeso e obesità.

Lo studio promosso e coordinato dal Centro di Chirurgia Bariatrica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma, in sinergia con i Centri di Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Bologna, ha portato a confermare quanto era già stato osservato anche a livello internazionale: gran parte degli obesi che ha contratto la malattia ha subito sintomi molto più gravi dei normopeso e anche le persone che sono semplicemente in sovrappeso sono a rischio più elevato. 

Una condizione, quella dell’obesità, che in Emilia-Romagna interessa oltre 350mila adulti, come emerge dai dati del Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione.

Una moltitudine di fattori fisiologici e sociali guida quei numeri cupi. La biologia dell’obesità include l’immunità ridotta, l’infiammazione cronica e il sangue che è incline a coagulare, il che può peggiorare il Covid-19. E poiché l’obesità è così stigmatizzata, le persone con obesità possono evitare le cure mediche.

Per questo lo Stato si muove sempre di più verso il potenziamento delle campagne di  informazione e sensibilizzazione a favore della sana alimentazione, poiché spesso i cittadini ignorano poche semplici soluzioni per tornare al proprio peso forma; pensiamo al tamarindo malabar, o Garcinia Cambogia, che contiene l’HCA ad effetto saziante e impedisce l’accumulo del surplus di grassi, ad aprire i pasti con verdure crude per assimilarne meglio fibre e vitamine oppure ridurre i carboidrati aumentando i cibi proteici.

Tutte buone pratiche estranee ai 600 casi considerati dallo studio emiliano-romagnolo, tutti ammalatisi di Covid-19, che  ha posto in evidenza quanto sia stato maggiore di ospedalizzazione in terapia intensiva  di coloro che  non erano stati sottoposti ad alcun intervento di chirurgia bariatrica rispetto a quelli operati nei 12 mesi precedenti.

“Da queste osservazioni abbiamo potuto dedurre che la correzione chirurgica dell’obesità si conferma una misura di prevenzione primaria fondamentale anche per Covid e per le epidemie virali respiratorie. I Centri di Chirurgia Bariatrica dell’Emilia-Romagna sono stati i primi a uscire con un contributo scientifico di livello internazionale su questo tema: non possiamo che esserne orgogliosi”, ha commentato Federico Marchesi, responsabile del programma di Chirurgia Bariatrica e delle prime vie digerenti dell’Ospedale Maggiore di Parma.

A seguito di questo è stato implementato il sito www.alimenti-salute.it, ricompreso nel portale ER Salute, con dati e, soprattutto, suggerimenti per stili di vita più sani.