Acquistare un numero cospicuo di biglietti della lotteria aumenta sensibilmente le probabilità di vincita?

Uno dei dilemmi del cosiddetto bettor o gambler (in sostanza colui che scommette o comunque gioca investendo somme pecuniarie, di qualsiasi entità) è il calcolo probabilistico e l’individuazione del giusto margine di rischio. In altre parole: fino a che punto si possono investire capitali avendo una ragionevole possibilità di vederli rientrare – magari con gli interessi – tramite una vincita?

Seppure in misura minoritaria, lo stesso dubbio investe coloro che acquistano biglietti della lotteria o di altre forme analoghe di riffe o giochi a estrazione, in cui il calcolo probabilistico è generalmente più diluito e le possibilità di vincita minori. Infatti, a differenza delle scommesse sportive, in cui un minimo coefficiente di competenza e di studio della materia dovrebbe aumentare sensibilmente le probabilità di vincita, le sorti di una lotteria sono affidate quasi completamente all’alea. Lo dimostrano giochi come il Lotto e il Superenalotto, in cui, malgrado i sempre più raffinati studi applicati di natura statistica e probabilistica sui ritardi dei numeri sulle singole ruote, a vincere è sempre la casualità. Non a caso, alcune delle più ingenti vincite “storiche” del Superenalotto (per cifre superiori ai cento milioni di euro) sono state ottenute grazie a giocate da una manciata di euro, a fronte di supersistemi da migliaia di euro rivelatisi (tranne in una circostanza) sommamente inefficaci.

Se andiamo sul sito ufficiale della Sisal, possiamo notare che, come previsto dalla legge, per ogni tipo di gioco o lotteria sono chiaramente esplicitate le probabilità di vincita.

 Ad esempio, nella sezione riguardante la Lotteria Italia viene dichiarato che ogni singolo biglietto ha una probabilità su undici milioni di vincere il primo premio, a fronte di dieci milioni di biglietti cartacei stampati e un milione di biglietti virtuali emessi. Questo dato offre la misura del livello di difficoltà nell’imbattersi (ripetiamo: per puro caso) in un tagliando vincente. Ma soprattutto mette a disposizione un parametro, nello specifico – ragionando in termini puramente matematici – un dividendo: grazie ai dati forniti dalla Sisal, infatti, sappiamo che qualsiasi sia il numero di biglietti della Lotteria Italia che acquisteremo, esso dovrà essere messo a confronto con la totalità degli undici milioni di biglietti in circolazione. Pertanto, se acquisteremo due biglietti, avremo due probabilità su undici milioni di vincere il primo premio, vale a dire una su cinque milioni e mezzo: avremo dunque dimezzato il calcolo probabilistico, ma saremo sempre di fronte a milioni di “rivali”. Ovviamente il calcolo asseconda una relazione di proporzionalità inversa: più aumenta il numero di biglietti acquistati, più si abbassa il coefficiente di difficoltà nel pescare il biglietto vincente: se acquistiamo undici biglietti, esso si riduce a una probabilità su un milione.

Questo computo – che si può effettuare anche con l’ausilio di un calcolatore per le probabilità di vincita– è utile ai giocatori per capire quando si arriva al break-even point, ovvero fino a quando il gioco vale la candela in termini di investimento. Infatti, uno dei precetti del gioco responsabile impone di avere sempre coscienza del limite oltre il quale non è opportuno spingersi. Al di là di questo, l’esile entità delle probabilità di vittoria certifica come le lotterie siano una liturgia ormai oltremodo radicata nel nostro orizzonte culturale, che tuttavia deve necessariamente rimanere confinata nell’ambito dell’estemporaneità e dell’esperienza ludica.