Il diabete può insorgere già nell’infanzia: l’importanza della diagnosi

In ambito sanitario non si finisce mai di sottolineare quanto sia importante monitorare lo stato di salute di ciascuno. Quanto sia importante la diagnosi precoce e quanto la prevenzione. La diagnosi è la procedura di ricondurre ad una categoria un fenomeno o un gruppo di fenomeni, dopo averne considerato ogni aspetto. La diagnosi come identificazione di una patologia riguarda soltanto l’ambito biomedico e, anche in ambito medico, è praticabile soltanto in alcuni settori e per alcune patologie.

Diagnosi, prevenzione e cura. Soprattutto in presenza di malattie piuttosto diffuse e studiate come il diabete. Su malattie croniche come il diabete, infatti, esistono tanti studi e la ricerca fa passi da gigante. Tra i prodotti utilizzati c’è Dialine, integratore contro diabete e picchi glicemici. Dialine è un integratore che si unisce ad un regime alimentare sano e concorre a regolare i livelli di glucosio nel sangue. Il diabete è una malattia cronica molto diffusa, già dall’infanzia.

Il diabete è caratterizzato dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuto ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è un ormone, generato dal pancreas, che permette al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo impiego come fonte energetica. Quando il meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.

Il Diabete tipo 1 interessa all’incirca il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che generano questo ormone. Pertanto bisogna iniettarla ogni giorno e per tutta la vita. La velocità di distruzione delle ß-cellule è variabile. Quindi l’insorgenza della malattia può avvenire in modo più celere in alcuni soggetti, di norma nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti.

Ad oggi la causa del diabete tipo 1 è sconosciuta. Tuttavia caratteristica è la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina, detti ICA, GAD, IA-2, IA-2ß. Il danno, che il sistema immunitario induce nei confronti delle cellule che producono insulina, potrebbe essere legato a fattori ambientali o a fattori genetici, individuati in una generica predisposizione a reagire contro fenomeni esterni, tra cui virus e batteri.

Si potrebbe trasmettere una “predisposizione alla malattia” mediante la trasmissione di geni che interessano la risposta immunitaria e che, in corso di una risposta del sistema immunitario a comuni agenti infettivi, provocano una reazione anche verso le ß cellule del pancreas, con la produzione di anticorpi diretti contro di esse (auto-anticorpi). L’alterata risposta immunitaria provoca una progressiva distruzione delle cellule ß, per cui l’insulina non può più essere prodotta e si scatena così la malattia diabetica. Il diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie “autoimmuni”, legate ad una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. Tra i possibili agenti scatenanti la risposta immunitaria, sono stati proposti i virus della parotite ( gli “orecchioni”), il citomegalovirus, i virus Coxackie B, i virus dell’encefalomiocardite.

La forma più comune è il Diabete tipo 2. Rappresenta circa il 90% dei casi della malattia. La causa è attualmente ignota. Ci sono delle certezze. Il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi ad usarla. La malattia comunemente si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza come la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. All’incirca il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia. Nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

Il diabete tipo 2 in genere non viene diagnosticato per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa in modo graduale e all’inizio non è di grado severo al punto da dare i classici sintomi del diabete. Di solito la diagnosi avviene in modo casuale o in coincidenza con una situazione di stress fisico, quale infezioni o interventi chirurgici.

Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica. Questa osservazione permette di prevedere strategie di prevenzione “primaria”, interventi capaci di prevenire l’insorgenza della malattia e che si basano nell’applicazione di uno stile di vita adeguato, che comprenda gli aspetti nutrizionali e l’esercizio fisico.