Il contatto si è trasformato in contagio: questione di salute e di psicologia

Qualcosa si è rotto nei rapporti sociali. La pandemia ha frantumato, provvisoriamente, lo stare insieme, la socialità. Fabio Gabrielli di recente ha pubblicato un interessante post dal titolo “L’ospitalità inattesa e l’enigma dello straniero”. L’articolo è stato pubblicato su Psicologiafenomenologica.it, blog scientifico che adotta un approccio fenomenologico-esistenziale per trattare temi di psicologia, psicoterapia, psichiatria, filosofia e neuroscienze. L’autore scrive che “la pandemia ha acuito il tema dell’ospitalità, non solo in riferimento alla geopolitica migratoria, ma anche alle dinamiche del quotidiano in cui il contatto si è trasformato in contagio”.

Qualcosa è cambiato. Le ricadute della pandemia sono notevoli non solo sul piano sanitario ed economico ma anche psicologico. Stiamo vivendo un anno senza abbracci. È una fase in cui abbiamo dovuto limitare le occasioni di contatto fisico. Questo per proteggere noi stessi e gli altri dal covid. Questa condizione però rischia di lasciare importanti ricadute psicologiche, in particolare su coloro che vivono da soli.

Il distanziamento fisico e quindi sociale purtroppo è una condizione fondamentale per contrastare la pandemia. Ma per l’uomo il contatto fisico è un bene primario. C’è un termine scientifico che definisce l’astinenza da tocco. È skin hunger. Questa astinenza impatta anche sull’umore, dallo stress all’insonnia, sino alla depressione.

I bambini appena nati vengono appoggiati al petto nudo dei genitori. Sin dai primi istanti di vita si manifesta il bisogno di contatto fisico che rientra tra le necessità biologiche primarie. Un bisogno che non svanisce mai. Basti pensare ad una stretta di mano. Serve anche per smorzare la tensione prima di una riunione. Ad una pacca sulla spalla per rassicurare nel corso di un esame. Il tocco della pelle aziona i pressocettori e invia delle informazioni al nervo vago, uno dei nervi cranici. L’attività del nervo vago distende il sistema nervoso, abbassa la pressione, rallenta il battito cardiaco. Il tocco sulla pelle stimola il rilascio di ossitocina.

Il tocco fa abbassere i livelli degli ormoni dello stress come il cortisolo. Pensiamo a quando siamo spaventati e cerchiamo in modo istintivo la mano di chi ci è accanto. Alti livelli di cortisolo influiscono in modo negativo sul sistema immunitario, abbattono le cellule natural killer, i linfociti che riconoscono e attaccano le cellule colpite da tumori o infezioni virali.

L’abbraccio, la carezza sulla pelle stimola il rilascio di serotonina. Se i livelli di questo ormone del benessere sono troppo bassi si possono verificare disturbi come ansia, insonnia, depressione. L’essere umano è per natura una creatura sociale. Il cervello e il sistema nervoso è concepito per rendere il tocco un’esperienza piacevole.