La Scozia verso un referendum per l’indipendenza e il ritorno in Ue

Londra ha abbandonato l’Unione Europea dopo 47 anni. Ma questo processo rischia di innescare la frantumazione del Regno Unito. Nicola Sturgeon, a capo del movimento indipendentista, promette: “Torneremo presto in Europa! Non spegnete le luci. Aspettateci!”. la premier scozzese rilancia la richiesta di un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello del 2014 vinto dagli unionisti.

Sturgeon lo sottolinea in un tweet pubblicato subito dopo l’addio del Regno Unito, con un cuoricino tra le parole “Scozia” ed “Europa”. Oggi lo ribadisce in un editoriale pubblicato su Politico. “La Scozia non ha mai votato per la Brexit e noi ci sentiamo europei. I valori fondanti dell’Unione Europea, e cioè dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, rispetto della Legge e dei diritti umani, sono anche i valori della Scozia. In quasi cinquant’anni di appartenenza all’Ue, abbiamo beneficiato enormemente del mercato comune europeo e delle sue quattro libertà, inclusa quella di movimento. La Scozia è ora la casa di oltre 230 mila europei: sono nostri amici, parte della nostra famiglia, e vogliamo che restino con noi, nel nostro Paese”.

La Scozia disse “no” all’indipendenza nel referendum del 2014 (55%). Ma allora molti europeisti votarono per rimanere in Uk perché il Regno Unito era in Europa. Uscirne avrebbe significato per Edimburgo abbandonare sia Londra sia Bruxelles, poiché i britannici avrebbero posto il veto all’ammissione nella Ue di una Scozia indipendente. Due anni dopo, però, la Brexit ha stravolto tutto e fomentato gli indipendentisti di Sturgeon, che aspirano a essere i primi a frantumare il Regno Unito tre secoli dopo l’Acts of Union del 1707. “Ora serve un altro referendum così finalmente saremo noi a decidere il nostro destino. Non possiamo più lasciarlo nelle mani di Westminster. Ogni giorno ci bruciano un pezzo di futuro”.

“Noi come scozzesi avevamo proposto il compromesso di restare almeno nel mercato unico europeo dopo la Brexit ma il governo a Londra non ci ha mai ascoltati”, continua Sturgeon. “Ora, abbiamo di fronte una Brexit che non abbiamo mai approvato, tra l’altro nel momento peggiore possibile, nel mezzo di una pandemia e di una recessione economica. Ci saranno problemi a breve termine e sempre più barriere e ostacoli nel lungo periodo. In questo contesto, abbiamo perso anche il programma Erasmus, che ha coinvolto ogni anno all’incirca 2 mila studenti scozzesi. Quindi non sorprende che una grande maggioranza di scozzesi ora voglia che questa nazione diventi indipendente”.

“Il Regno Unito è un’unione volontaria di nazioni, in cui la Scozia gode di molti poteri devoluti ma non, come ha dimostrato la Brexit, della gestione degli affari internazionali ed europei. Questo è ora più cruciale che mai, visto che l’uscita del Regno Unito dall’Ue mette in discussione il credo internazionalista e accogliente europeo. Per questo ci impegneremo a perseguire l’indipendenza in maniera legale e costituzionale”, aggiunge la premier.