Defibrillatore in casa: è obbligatorio? come sceglierlo? chi può utilizzarlo?

C’è davvero l’obbligo di avere, se non un defibrillatore in casa, almeno nei condomini? Quali caratteristiche dovrebbe avere l’eventuale defibrillatore domestico? E chi può utilizzarlo? Quando si tratta di prevenzione e primo soccorso cardiaci i dubbi e i falsi miti, complice la difficoltà della materia, sono numerosi. Vale la pena, così, provare a chiarirli.

Tutto quello che c’è da sapere sul defibrillatore in casa e come utilizzarlo

Al momento in Italia l’obbligo di installazione di un defibrillatore vale per luoghi pubblici o aperti al pubblico come palestre, scuole, eccetera. Non c’è, insomma, per rispondere alla prima domanda, una normativa precisa che obblighi ad avere un defibrillatore in casa, anche se è vero che, soprattutto nell’ambito di progetti sperimentali con associazioni e operatori del settore, alcuni comuni italiani hanno emesso ordinanze che prevedono l’installazione di strumenti di questo tipo e per il primo intervento cardiaco almeno negli spazi comuni dei condomini più grandi, in modo che al bisogno gli stessi siano facilmente raggiungibili e fruibili da ogni inquilino.

Ci sono delle statistiche a favore di decisioni come queste: la maggior parte di attacchi cardiaci avvengono in luoghi familiari, come la propria casa appunto, e nel 70% dei casi quando il paziente è in compagnia di altre persone. Nonostante questo, e nonostante in caso di infarto e simili un intervento tempestivo può essere letteralmente vitale (si stima che se massaggio cardiaco o defibrillazione avvengono entro i cinque minuti dal malore, la possibilità di sopravvivere è doppia o addirittura tripla), in pochi casi le persone presenti intervengono: non conoscendo le basi del primo soccorso credono, infatti, di rischiare di peggiorare la situazione e nella stragrande maggioranza delle volte si limitano a chiamare i soccorsi. Un defibrillatore domestico potrebbe aiutare in questo senso perché, con un po’ di accortezza, può essere utilizzato da chiunque, anche da chi non possegga il famoso patentino per defibrillatore o non abbia seguito appositi corsi di BLSD.

Quelli che vengono venduti come defibrillatori da tenere in casa sono, infatti, defibrillatori semiautomatici o defibrillatori DAE. Si tratta di strumenti dalle prestazioni professionali – e, per farsi un’idea, basta spulciarne le schede tecniche su siti come www.defibrillatori.info – ma che hanno la caratteristica di saper analizzare in autonomia, una volta posizionate le apposite piastre metalliche, il ritmo cardiaco della persona e se e che scarica elettrica è necessario impartire per regolarizzarlo. Se non c’è necessità di defibrillazione, l’apposito pulsante che permette di azionare il defibrillatore rimane bloccato e non può essere in alcun modo forzato e, ancora, il tutto avviene nella maniera più veloce (per alcuni modelli anche entro i 10 o 20 secondi) e più sicura possibile, grazie anche a una voce guida che impartisce delle istruzioni passo passo. Tutto ciò fa sì che, al contrario delle manovre di massaggio cardiaco, l’uso di defibrillatori domestici sia completamente privo di rischi anche quando in mano a personale non medico. Avere un defibrillatore in casa, insomma, al dì là di eventuali obblighi, può essere un’ottima strategia di prevenzione, tanto più che, più ancora di altre tipologie, quelle cardiache sono patologie per così dire asintomatiche e di cui il primo attacco cardiaco rappresenta, cioè, non di rado la prima avvisaglia.