Un’alba mancata

Un’alba mancata

Di  Vincenzo Calafiore

12 Settembre 2020 Udine

“ … a ucciderti non è la morte

Sono, l’assenza e la consapevolezza

del tempo a finire … ti uccidono

lentamente come un veleno invisibile .. “

                    Vincenzo Calafiore

Sai, non è facile per me viverti distante, relegato in una paludosa lontananza.

Questa mia vita, credimi, non è vivere, ma è uno rimanere fermo in una lontana stazione, lontana da ogni cosa, ad attendere un treno, che forse mai da qui passerà. Resto a ricordare

 nei giorni vuoti e sogni, tanti, che si sono frantumati nelle albe attese come una sposa sull’altare della speranza.

Amore così io continuo ad amarti dopo tanti anni e non mi sono stancato mai, nemmeno un attimo di farlo, ma sono io che lottando contro i miei anni cerco di sopravvivere per poterti accogliere quel giorno, che verrà, in cui tu venendomi in contro spalancherai le tue braccia in un grande abbraccio.

Io distante anche nei tuoi distratti quotidiani,ancor più lontana ,tanto da essere per me irraggiungibile eppure  così vicina nella mia mente, nei pensieri che comunque il più delle volte mi fanno stupidamente allungare le braccia, finisco così per abbracciare me stesso.

Dovrei imparare a odiarmi, ma c’è che in questa mia solitudine riesco a guadagnar pena per quell’uomo curvo a una scrivania perso chissà in quale immaginazione.

Chiamami amore, Dio se lo vorrei sentirmelo addosso!!

Da quanto tempo non sento sulla mia pelle il calore delle tue mani,

da quanto tempo non sento il profumo che ha il corpo di una donna.

Eppure sono qui stupidamente ad attenderti … pensa quanto tempo è andato perduto,

pensa a quanta vita è andata via vuota e meschina.

Pensa ai quanti no di questa vita che mi sono passati addosso come onde, che mi hanno portato ovunque tranne che da te, nelle tue braccia, lasciandomi sempre in luoghi che non riconosco, e che non considero neanche vita.

E invece nonostante tutto, ogni giorno si compie il miracolo: ti dico, ti amo! Ti aspetto.

In quelle notti sperdute, nelle notti come questa, amore sul quel treno di desiderio, che è già amore, ritorno.

Ma in una notte d’amore come questa  che cosa ci si può aspettare di più, anche se è una notte ferita, giusta per lasciarsi andare, è una notte che fa ricordare la vita e vedere l’amore così vicino da poterlo toccare, con la punta di una matita disegnarti su un cuscino, solo per ricordarti,  per farmi ricordare da te.

Amore lontano, amore distante, non ricordo più niente di te! Con la memoria che cerca, ritagli e frammenti, di te, da ricomporre per avere un’immagine, un profumo nelle narici, un’immagine striata come il mio tramonto lento e inesorabile, con la fortuna di vivere adesso questo mio tempo sbandato, abbandonato da ogni senso, è un vento che viene da lontano e mi prende alla testa, quell’immagine sfocata dei tuoi seni abbandonati sul mio viso nelle penombre di persiane abbassate.

E’ la mia notte lontana, con un piede già nel prossimo futuro, è una notte da imparare a memoria come una poesia, scritta per ricordarmi dopo quanto ho amato.

Dunque questo sono io, un uomo che spera ancora di poter vivere, giusto il tempo di poterti nuovamente amare, senza nulla cambiare, senza nulla dimenticato.