Camigliatello Silano(CS).Ad “Incontri Silani” presentato il Libro:”Nella Magna Sila, sulle Orme di San Francesco di Paola”.L’Autore è Don Emilio A.Salatino.

Non poteva esserci avvio migliore per le prime iniziative in  Programma degli “Incontri Silani” – IX Edizione 2020- Rassegna di Letteratura Nazionale – Letture in Piazza – Letture ad Alta Quota, in corso di svolgimento in Calabria – Camigliatello Silano – CS  (sede degli Eventi: Anfiteatro comunale). Con la presentazione del nuovo e prestigioso volume, redatto da Don Emilio Antonio Salatino, dal titolo: ” Nella Magna Sila sulle Orme di San Francesco di Paola(La Dea-Editori), la manifestazione di quest’anno – ancora una volta caparbiamente voluta dall’Editore responsabile de La Dea di Camigliatello Silano, Egidio Bevilacqua – è partita  sotto i migliori auspici ed anche con  la ‘vigile  protezione dell’Immenso e venerato Santo di Paola’  (1416 – 1507).

Il Sacerdote, Don Emilio Antonio SALATINO, Autore del Libro

La prefazione del volume è stata curata dal Provinciale dei Minimi, padre Francesco Trebisonda ed è arricchita dal contributo dei sindaci dei comuni che si sono trovati nella direttrice del camminamento di San Francesco, per i sentieri della Sila. Diverse foto, volutamente in bianco e nero, illustrano le tappe  percorse dal Frate Paolano. L’incontro pubblico, presente un pubblico s’è avvalso, in particolare, della partecipazione attiva del Sindaco di Casali del Manco, Nuccio Martire, che ha espresso soddisfazione ed apprezzamento per la manifestazione ed espresso un giudizio largamente positivo per la qualità organizzativa e per il gradimento che, anno dopo anno, “Incontri Silani” registra sul territorio e nella pubblica opinione.

Riguardo al pregio ( culturale e  storiografico) del lavoro del religioso, affermare che è – genericamente – interessante è dire poco. Nel libro si riscontrano: ricchezza descrittiva, peculiarità di dati e sapienti aneddoti – racconti, con puntuale descrizione di luoghi e contesti (percorsi dal Frate Paolano,  Fondatore dell’Ordine dei Minimi-nel 1474 – proclamato Santo  dal Papa Leone X il 1° Maggio 1519, Patrono della Calabria), che ne fanno una pubblicazione veramente imperdibile.

Don Emilio Antonio Salatino è un religioso dai vasti orizzonti letterari e culturali!  Presbitero dal 1990 è Parroco di Spezzano Sila (CS), vicario foraneo della forania Silana e rettore del Santuario Diocesano di San Francesco di Paola in Spezzano della Sila. E’ docente  stabile straordinario di materie teologiche presso l’ Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Francesco di Sales” di Rende (CS) e docente invitato di Teologia Morale Fondamentale e Speciale presso l’Istituto Teologico Cosentino di Rende (CS).

Santuario Diocesano di San Francesco di Paola
di Spezzano Sila(CS) – Anno 1474

Un religioso presente nel sociale è guida illuminata della Comunità parrocchiale dove ne è responsabile. E’ uno studioso anche di fenomeno sociali e storici, un grande conoscitore della storia delle Ferrovie della Calabria e non solo. Ama la Sila profondamente e la sua presenza agli ” Incontri Silani” ne è luminosa testimonianza! Un faro di sapienza e di umile e solidale vicinanza ad una Rassegna, di contenuti promozionali, cui crede fermamente!

Sull’Argomento Infrastrutture Ferroviarie ha scritto anche volumi di successo, autentici capolavori, di rilevante utilità storiografica, per la ricchezza di dati, immagini, descrizioni profonde dei contesti interessati. Pubblicazioni che costituiscono un sicuro punto di riferimento per studenti, ricercatori, appassionati di questi interventi epocali, che hanno segnato lo sviluppo socio-economico di interi comprensori e che oggi vivono una tristissima stagione di abbandono e di degrado

La Copertina del Libro di Don Emilio A.Salatino- Edito da “La Dea Editori – Camigliatello Silano(CS)”

Un libro imperdibile, questo di Don Emilio A. Salatino! Un lavoro prezioso, per ricchezza di contenuti, immagini, mirabili descrizioni dei luoghi preferiti e frequentati dal Santo Paolano: dalla Presila cosentina, alle meravigliose contrade silane. Può definirsi, senza meno, un’altra perla di un filone letterario che impreziosisce, ancor più, la luminosa figura di San Francesco di Paola e, soprattutto, il suo grande amore per la Natura e le sue creature. Il testo  descrive il cammino percorso da San Francesco di Paola tra Paterno, Spezzano e Corigliano con due incursioni su Acri e Rossano antiche sedi di conventi minimi.

Si rivolge ai devoti, ai pellegrini e ai semplici camminatori che vogliono ripercorrere il cammino del Santo. Innanzitutto si chiariscono gli indizi che ci fanno propendere per la via silana e non per quella della media Valle del Crati come sostengono alcuni studiosi.

Le tappe del cammino sono due: Paterno, Pedace, Scalzati, Macchia, Spezzano della Sila la prima; Spezzano della Sila, Serra della giumenta, Colamauci, Corigliano la seconda.

Alla fine delle pagine dedicate ai tre eremi fondati dal Santo è stata inserita una preghiera legata al titolo della chiesa, questo per non far dimenticare che si tratta di un itinerario naturalistico-monumentale che ha origine in un percorso spirituale.

L’ Eremo di San Francesco di Paola di Paterno Calabro (CS) – ( Avvio lavori: intorno al 1472)

ll percorso seguito da Francesco per giungere a Spezzano ha origine dall’eremo di Paterno Calabro. Le fonti non dicono nulla circa la strada che egli avrebbe seguito; tuttavia la tradizione indica in Pedace, Scalzati e Macchia le tre località dei Casali ( oggi Comune di Casali del Manco – CS), da cui sarebbe transitato.

Due avvincenti Racconti  del Libro di Don Emilio A. Salatino che hanno attirato la nostra attenzione!

Lo stesso percorso seguito dal Santo per spostarsi a Corigliano Calabro non è ben individuato. Secondo alcuni studiosi egli avrebbe seguito la Valle del Crati ma, secondo la tradizione orale, invece, avrebbe attraversato la Sila…sugli antichi tratturi della transumanza . A tal proposito ricordiamo che nel comune di Celico (CS), sull’Altipiano silano nei pressi del Lago Cecita, in  località Colamauci, si trova il centenario “Castagno di San Francesco”.

Si tratta di un enorme borraccia scura, annerita, che si apre alla base e si gonfia fino agli otto/nove metri d’altezza. Un antro è scavato al piede della pianta poiché la carie si sta facendo strada nella materia legnosa. La causa è da ricercarsi in una combustione, probabilmente da fulmine, sia interna che esterna. Quattro resti di branche è ciò che va a creare una mancata chioma. Produce pochi frutti molto piccoli. La circonferenza misura circa dieci metri e mezzo partendo dalla direzione nord. La muschiatura è presente sulla parte della corteccia in direzione del lago.

Eremo di San Francesco di Paola di Corigliano Calabro – CS (1476 -1478 circa)

Il sig. Francesco è colui che dal 1956 si prende cura dell’albero e custodisce tutte le storie che ad esso e alla semplicità genuina di un popolo devoto e contadino sono legate. «Prima stavo ad Acri, poi, nel 1956, mi sono trasferito qui, con la mia famiglia. Mio padre mi ha sempre raccontato la storia dell’albero che testimonia il passaggio di San Franciscu i Paula. La storia racconta che qui capitò un frate alto e fiero che stava andando da Spezzano a Corigliano, passando per questa via, che era quella della transumanza. Non si sa se portasse con sé un sacco di castagne raccolte chissà dove o se uno dei contadini con cui soleva fermarsi a fare due chiacchiere gliene avesse offerta qualcuna, fatto sta che lui disse ad uno di questi contadini: “Questa castagna non la mangio, la butto in terra. Ne nascerà un grande albero!”. “Frate Francè, ma la castagna non ci resta in terra. Sicuro passerà un qualche animale che la mangerà”, rispose il contadino. Eppure, il castagno nacque e oggi eccolo ancora qui!».

La risposta che Francesco diede a quel contadino chissà quale fu, forse una delle sue preferite: “A chi ama Dio tutto è possibile!”. Ma è solo leggenda? È questo quello che studiosi, storici, selvicoltori e semplici appassionati da diverso tempo stanno cercando di scoprire. Il passaggio di San Francesco da questo luogo è molto probabile. Egli, infatti, proprio nei tempi in cui si narra sia nata la storia dell’albero, costruiva il convento di Spezzano e nei medesimi anni viaggiava spesso tra questa località e Corigliano Calabro. Ma, al di là della ricostruzione storica intorno alla vita del Paolano e anche al di là della devozione popolare, l’albero di castagno rimane comunque degno oggetto di studio e di attenzione.

Il Castagno plurisecolare denominato di “San Francesco di Paola”- Loc. Calamauci ( vicino Lago Cecita ) – Area Silana di Celico (CS)

Esso è molto antico, probabilmente di 500 anni, insolito per la flora locale, unico in tutta la Sila. Ma perché Francesco avrebbe scelto proprio un castagno? La risposta porta ancora una volta alla peculiarità del carisma dell’eremita: la carità penitenziale, attenta, reale. San Francesco compie miracoli che sanno dello straordinario per chi li riceve, pur sembrando banali, addirittura pochezze per gli altri. Per i contadini del tempo un albero di castagno era farina dalla quale ricavare pane, era sostentamento per la famiglia, era possedimento, addirittura dote per le figlie da maritare. Era un tesoro.

Per ricordare il passaggio dell’Eremita attraverso la Sila, dall’estate 2018, il Santuario di Spezzano organizza la “Marcia della Penitenza sulle orme di San Francesco di Paola”.

Il percorso ha origine dal castagno di Colamauci il 31 luglio e, attraverso Moccone e Camigliatello Silano raggiunte il giorno successivo, termina nell’ Eremo di Spezzano della Sila nella serata del 2 agosto con la celebrazione dell’indulgenza della Porziuncola e della Santa Messa.

La Fontana di San Francesco di Paola – in Loc. Serra Giumenta – Vicino a Colamauci – Sila Grande (CS)

Ma, nell’area di Colamauci, c’è un altro luogo, parimenti  attrattivo e molto ricercato, denominato Serra della Giumenta – a circa 500 metri dal castagno  ed in terreno privato – dove sorge un’antica sorgente di acqua potabile denominata La Fontana di San Francesco.

Secondo il racconto degli anziani, l’acqua sarebbe stata fatta scaturire dal Frate  Paolano durante uno dei suoi passaggi attraverso l’Altopiano silano. Durante l’estate del 2017, nell’intera zona, si verificò una lunga siccità. Tutte le fontane e le sorgenti del circondario si prosciugarono, tranne questa che continuò a fornire il suo solito quantitativo di prezioso liquido.

Il Libro di Don Emilio A. Salatino fornisce diversi spunti e sollecitazioni, in ordine ad una esaustiva ‘Comunicazione del Territorio’ Casalino e Silano. L’originale lavoro del religioso concorre a dimostrare che è possibile favorire processi mirati alla valorizzazione di percorsi a valenza ‘ artistico- storico-religioso-’ su questi territori che hanno tanto da raccontare, non solo dal punto di vista ambientale, ma in una logica di multifunzionalità, in cui far emergere nuove opportunità di sviluppo territoriale. Con i percorsi della spiritualità, riscoprendo  il fascino dei luoghi attraversati dal Santo Paolano, si può fornire un validissimo apporto al Turismo Religioso, di cui la Sila ne trarrebbe sicuro giovamento.

Da Camigliatello Silano (CS), 23.08.2020