Differenze tra Raffrescatore Industriale e Domestico

Con la maggiore sensibilità verso il tema energetico, sempre più realtà adottano sistemi a principio adiabatico. Il grande ritorno in termini di risparmio può far pensare ad un utilizzo del raffrescatore domestico a tecnologia evaporativa.
Tale scelta può vantare un ottimo potenziale ma quali sono i limiti nell’ambiente domestico?

La tecnologia adiabatica: un principio antico che fa risparmiare

Se si guarda all’abitudine già in uso nell’antica Grecia, un’anfora colma d’acqua veniva posta all’ingresso di un ambiente per trarne una brezza rinfrescante. Anche ai nostri tempi il principio di funzionamento di un raffrescatore d’ambiente è il medesimo.

L’innovazione attuale permette però di integrare il semplice principio fisico con il controllo elettronico dei flussi e con un sistema di ottimizzazione dell’energia. Il principio puro della cessione adiabatica si basa sulla capacità del vapore acqueo di scambiare il calore con l’aria dell’ambiente. Il presupposto per il suo funzionamento è quindi la disponibilità di un flusso d’aria e il mantenimento dell’umidità d’ambiente entro i margini di confort.

Il raffrescamento evaporativo. Soluzioni per grandi e piccoli ambienti

Se si considera la modalità operativa di un sistema evaporativo, il beneficio di tale soluzione si attesta nel range di alcuni gradi e di una più confortevole umidità percepita.
Il presupposto fondamentale è il ricambio d’aria alla base di tale sistema. La stessa base teorica viene attualmente utilizzata nella realizzazione di piccoli impianti ad uso domestico e dei grandi impianti industriali. Complice il notevole risparmio grazie al minimo impiego di energia, si diffondono le applicazioni casalinghe del sistema.
Tali raffrescatori sono in genere costituiti da un aspiratore che convoglia l’aria verso un pannello in cellulosa umido.


La semplicità del sistema alla base è motivo dei costi contenuti e della grande versatilità di questo tipo di apparato. Gli impianti industriali integrano un collegamento diretto al sistema idrico ed un controllo elettronico preciso dei flussi d’aria in relazione all’umidità relativa degli impianti. A prescindere dal grado di complessità dell’impianto, il vantaggio in termini di risparmio rimane comparabile.

Tecnologia adiabatica, è sempre bene utilizzarla?

L’utilizzo del raffrescatore industriale può costituire un vantaggio durante i mesi più caldi dell’anno. Le sue principali applicazioni comprendono le grandi unità produttive, gli allevamenti e gli edifici a grande densità d’utenza. Il presupposto che giustifica tale tipo di applicazione è il ricambio d’aria affinché il sistema possa eliminare l’eccesso di umidità verso l’esterno, cosa che non può essere sempre attuabile in ambiente domestico.
Il sistema necessita di un ricambio costante dell’aria quindi è valido a patto che si tengano le finestre aperte. Ciò contraddistingue l’adiabatico domestico rispetto ai comuni climatizzatori casalinghi. Il beneficio decresce infatti quando l’ambiente è chiuso, poiché ciò favorisce l’incremento del tasso d’umidità e crea una sensazione non confortevole. Il principio stesso necessita di un’umidità operativa ottimale: superata tale soglia, aumenta la percezione del calore.

Tra i vantaggi dell’applicazione in campo privato vi è decisamente la versatilità e la manutenzione semplice dell’impianto. Un raffrescatore portatile è estremamente semplice da gestire e riserva un ottimo sconto sul conto energetico. Il suo utilizzo è però indicato negli ambienti a forte ricambio d’aria com’è tipico delle realtà industriali. L’impiego su grandi impianti è decisamente più responsivo a lungo termine.