Politica, FI è ancora una forza che decide autonomamente o la sua agenda politica la scrivono a turno Salvini e Meloni?

silvio berlusconi

Quando si ascoltano determinati annunci da leader politici che sono un ammonimento verso una determinata forza politica amica, la domanda nasce spontanea: ma la forza politica a cui è rivolto l’ammonimento ha una propria autonomia decisionale? Dal 1994, anno della nascita di FI, eravamo abituati a sentire il leader max di questo partito, Silvio Berlusconi, rendersi responsabile della condotta di tutto il centrodestra quando si dovevano prendere decisioni in Parlamento a proposito di qualche voto su una determinata legge, o organizzare manifestazioni di piazza. Da un po’ di tempo questo non avviene. Ogni decisione di come il centrodestra deve comportarsi nei confronti dell’attuale Governo, o per eventuale manifestazioni di Piazza, lo decidono a turno Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Significativi gli ultimi recentissimi casi: la manifestazione del 2 giugno, la partecipazione agli Stati generali di cui tanto se ne sta parlando. Nell’uno e nell’altro caso, Silvio Berlusconi in persona aveva espresso due pareri: non partecipare alla manifestazione del 2 giugno, essere presente alla riunione degli Stati generali. Niente di tutto questo. A fare cambiare totalmente parere a Silvio Berlusconi su ciò che aveva affermato a proposito dei due eventi è bastato una dichiarazione di Matteo Salvini per quanto riguardava il 2 giugno, e della Meloni per la presenza di FI alla riunione degli Stati generali: “chi non segue la nostra linea è fuori dal centrodestra”. I numeri in politica hanno la loro importanza e FI in questo momento è la terza forza (6.7% ) della coalizione di centrodestra ma non per questo meno importante per quanto riguarda le varie consultazioni elettorali. Un noto dirigente socialista ai tempi di Bettino Craxi (Claudio Martelli) affermava che i voti si pesano, non si contano tant’è che il Psi, come terza forza politica nazionale, dettava l’agenda politica Istituzionale sia alla Democrazia Cristiana, sia al PCI. L’attuale percentuale dei voti di FI non sarà sufficiente da sola per eleggere Sindaco o presidente di Regione, ma decisiva perché il centrodestra abbia buoni risultati, anche vincenti, per quanto riguarda il Sindaco, il presidente di Regione, elezioni nazionali. Pitagora ci ha trasmesso l’importanza dei numeri, ne faccia buon uso anche FI quando parla di politica con i suoi alleati del centrodestra.