I cinema contro il Governo Conte: così rimaniamo chiusi

In teoria i cinema potranno riaprire al pubblico il 15 giugno ma l’associazione degli esercenti cinematografici contesta i protocolli voluto dal Governo Conte. In una nota gli operatori denunciano: “non permettono alcuna sostenibilità economica. L’obbligo dell’uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala è incomprensibile, visto che viene garantito il distanziamento di un metro”. “Sicuramente sono stati fatti passi avanti con la deroga al distanziamento interpersonale per la visione con i propri familiari, ma il permanere dell’obbligo dell’uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala rimane incomprensibile”, scrive in una nota l’Anec (associazione degli esercenti cinematografici).

“Le misure per le sale cinematografiche impongono il distanziamento di almeno un metro e, così come previsto in altre attività commerciali, si ritiene che al momento della occupazione del posto in sala il cliente possa rimuovere la protezione delle vie aeree, al pari di quanto definito per il settore della ristorazione”. “Parti integranti ed imprescindibili dell’esperienza cinematografica dello spettatore sono la visione in compagnia e il consumo di prodotti durante la proiezione. Il permanere dell’obbligo di indossare la mascherina all’interno della sala, durante tutta la visione del film non permette la ripartenza, compromettendo l’esperienza cinematografica del pubblico e minando uno dei cardini chiave dell’economia delle sale cinematografiche”, sottolinea ancora l’Anec.

I cinema intenzionati a riaprire la prossima settimana “rimarranno chiusi, in queste condizioni”, scrive ancora l’associazione degli esercenti. “Il settore è pronto a ripartire, ma senza la presa di coscienza che questi protocolli pongono le sale cinematografiche in una condizione penalizzante, non sarà possibile riaprire”. “L’attuale situazione epidemiologica e le misure concesse alle altre attività aperte al pubblico permettono di allineare i protocolli per la riapertura dei cinema italiani a quanto disposto in Francia e negli altri Paesi Europei. Auspichiamo che si concretizzi questo percorso, in previsione del prossimo aggiornamento delle linee guida nazionali a cura del Comitato Tecnico Scientifico, permettendo ai numerosi lavoratori ancora a casa di poter tornare a lavoro, evitando peraltro ogni rischio nascente con l’imminente fine della copertura degli ammortizzatori sociali”, conclude l’Anec.