Zaia definitivo contro Conte: in Veneto riapriamo tutto, possiamo affrontare le aperture

Duro affondo del Governatore veneto Luca Zaia il quale spiega che nella sua regione l’emergenza ha provocato la perdita di 50 mila posti di lavoro. Il Veneto contro Conte annuncia di poter riaprire tutto e che non ritirerà le ordinanze. “Non sono in contrasto con il Dcpm, e le battaglie legali non portano da nessuna parte”. L’ANSA pone l’accento sulla presa di posizione del “Doge”. “Il Veneto può aprir tutto. Ovviamente su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura“. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo cui “il tema è capire se tutti noi entriamo nell’ordine delle idee che non è finita e che stiamo convivendo col virus. La mascherina è una delle condizioni sine qua non per fare questa battaglia”. “Penso che la direzione, sentendo i vari colleghi, andrà verso la riapertura differenziata tra le regioni”

Le ordinanze introdotte dalla Regione Veneto “non sono in contrasto con il Dpcm ma vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino“. Per il leghista “le battaglie legali non portano a nulla. Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà”. Zaia è definito contro Conte. “Per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza c’è la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo”.

Zaia e i veneti non ne possono più. La crisi economica ha determinato la perdita di 50 mila posti di lavoro, 35 mila dei quali solo nel mondo del turismo (compresi bar e ristorazione). A riferire il dato è il presidente del Veneto, Luca Zai, secondo il quale quello delle riaperture “ormai è un problema sociale, un grande tormento per molti“, soprattutto in merito ad alcune attività produttive come quella dei servizi alla persona (parrucchiere, estetisti, ristorazione, bar, divertimento, turismo) che hanno un indotto importante nella nostra economia”.