Calcio serie A/B, se ripartono i campionati a porte chiuse fino a Natale poltrone e divani di casa si trasformeranno in “sediolini da stadio”

L’assegnazione di uno scudetto, o la promozione nella serie superiore, non sono il vaccino per combattere la pandemia provocata dal Coronavirus.

Si legge e si ascolta di pareri discordanti inerenti alla ripresa o meno dei campionati. Quando il Paese conta ogni giorno centinaia di morti per colpa del COVID-19, il pensiero primario della scienza medica è come sconfiggere questo nemico fantasma. Per fare entrare in campo le squadre di calcio e riempire le gradinate degli stadi c’è sempre tempo.

L’imminente stagione estiva è l’altro evento che sta tenendo banco. Già si parla di come le strutture balneari dovrebbero essere risistemati per poterli frequentare: Ombrelloni distanti quattro metri quadrati l’uno dall’altro e occupato soltanto da persone dello stesso nucleo familiare (non più di quattro) utilizzando mascherina e guanti da togliere soltanto quando ci s’immerge in mare. Ed i ragazzi di qualche anno come dovranno comportarsi? Tutto questo perché prima della fine dell’anno 2020 nulla dovrà cambiare in fatto di protezione dal Coronavirus. I cittadini non si sottraggono alle disposizioni emanate dal Governo e, al netto di qualche irresponsabile, continuano a stare in casa. Il tempo lo trascorrono leggendo o guardando la televisione per ascoltare le notizie inerenti ai contagi giornalieri e quanti decessi ci sono stati. Notizie che nessuno vorrebbe più ascoltare. Uno scudetto non assegnato, o una mancata promozione nella serie superiore non creerebbero nessun disastro al Paese.

Ripartenza dei campionati di serie A/ B fine maggio o prima decade di giugno, ma a porte chiuse per tutto il 2020, o blocco definitivo, appassiona soltanto gli addetti ai lavori e non i cittadini. Fino al prossimo anno le partite di calcio e altre manifestazioni sportive se riprenderanno si potranno vedere attraverso i canali televisivi (Rai, SKY, Dazn). Poltrone e divani di casa si trasformeranno in “poltroncine da stadio”.

Si parla al condizionale, occorre dirlo, per quanto riguarda il calcio non essendo stata annunciata ufficialmente nessuna data per la ripartenza a causa dei pareri discordanti dagli addetti ai lavori. Se sarà confermato il divieto di assistere agli spettacoli per tutto il 2020 significa anche non poter frequentare una sala cinematografica, un teatro, ristoranti, pizzerie, bar. Centinaia di piccole attività che potrebbero fallire definitivamente.

In queste condizioni sarebbe meglio non creare illusioni annunciando la ripresa di qualche attività o evento se il contagio da COVID-19 rallenta o si blocca. Il Comitato scientifico sanitario continua ad affermare che in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, il numero dei contagiati e dei decessi rimane ai livelli di guardia. Bloccare definitivamente i campionati di calcio e aspettare tempi migliori per fare ripartire la nuova stagione calcistica provocherebbe la reazione di qualche presidente. Bloccare definitivamente il contagio da COVID-19 salverebbe centinaia di cittadini.