Aosta. Oltre 140 mila euro dal progetto MisMi per misure di sostegno all’emergenza Covid-19

L’emergenza COVID-19 sta portando, oltre alle note problematiche legate alla gestione sanitaria, anche a un inasprimento delle situazioni di disagio sociale soprattutto tra le fasce più deboli, come gli anziani che si trovano in una nuova condizione di solitudine.

Il Progetto MisMi – Modello di salute per una Montagna inclusiva, finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014/20, durante il periodo in cui si è svolto e fino alla scadenza a marzo di quest’anno, ha già fornito importanti risposte a tali situazioni di disagio, sperimentando nel territorio della Valle d’Aosta e della Tarantaise, un modello di medicina proattiva, che integra i servizi sanitari e sociali, vicino ai bisogni della persona e del suo contesto abitativo.

In Valle d’Aosta il legame con le comunità dei territori più isolati si è rafforzato grazie in particolare a due figure, l’infermiere di famiglia e l’animatore di comunità, che hanno lavorato in sinergia per rispondere anticipatamente ai bisogni dei più vulnerabili, in particolare e per primi gli anziani, riuscendo ad aumentare le condizioni di benessere presso le loro comunità locali e prevenendo le cronicità.

Con la sospensione delle chiusure dei progetti, misura messa in campo dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra per rispondere alla situazione contingente, i partner valdostani, l’Azienda USL Valle d’Aosta capofila del progetto e l’Assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali, referente del Piano di Zona, si sono immediatamente attivati per garantire la prosecuzione delle attività del progetto, sfruttando le economie di budget.

Questo è il primo caso concreto in cui siamo riusciti a riorientare i fondi europei per rispondere al bisogno socio-sanitario urgente del nostro territorio – spiega l’Assessore agli Affari europei, Politiche del lavoro, Inclusione sociale e Trasporti Luigi Bertschy – Grazie all’iniziativa del Dipartimento Affari europei, in collaborazione con l’Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche sociali e l’Azienda USL, e alla disponibilità dell’Autorità di gestione del Programma Italia-Francia Alcotra, siamo riusciti a garantire la continuità del progetto e l’utilizzo delle economie che altrimenti sarebbero andate perse. E così avremo due infermieri che potranno lavorare sul territorio, il luogo dove più abbiamo bisogno di risorse in questo momento.

Le misure messe in campo da parte dell’Azienda USL riguardano il lavoro a tempo pieno di due infermieri che sosterranno i servizi sul territorio, non solo in ospedale.

Inoltre, come comunicato recentemente, è stata avviata da parte dell’USL la telemedicina per l’assistenza domiciliare ai pazienti. Grazie al progetto MisMi sarà possibile finanziare una parte di questa attività per l’acquisto di attrezzature che consentiranno l’assistenza ai pazienti cronici, più che mai isolati e fragili, in termini di diagnosi, cura e follow-up.

Per il Commissario Angelo Michele Pescarmona: Ci preme sottolineare l’opportunità di avviare immediatamente queste operazioni integrative del progetto MisMi, progetto che ha dato ottimi risultati all’Azienda Usl, di rafforzare la stretta sinergia con il Piano di Zona, e ancora una volta di dimostrare l’impegno in prima linea per contribuire più che attivamente alla lotta alla pandemia per un ritorno al più presto alla normalità per le nostre comunità.

L’animatore di comunità riveste un ruolo da protagonista nel prevenire situazioni di grave disagio sociale, mediante azioni di sostegno e monitoraggio. Durante i due anni di sviluppo del progetto abbiamo visto i risultati tangibili che questa figura può ottenere – spiega l’Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali Mauro Baccega– con il contatto diretto con i nuclei fragili, come anziani privi di rete famigliare, facilitando l’accesso ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali di situazioni urgenti. In questa fase di emergenza attiveremo il servizio attraverso il contatto telefonico o telematico, ma già siamo pronti per la fase di post-emergenza dove ci sarà più che mai bisogno di rispondere a nuovi bisogni sociali e di programmare, insieme agli attori appartenenti al pubblico e al privato sociale presenti sul territorio, gli interventi maggiormente rispondenti alle esigenze di “ricostruzione” del sociale.