Italia zona rossa Coronavirus: l’autocertificazione per spostarsi, senza calcio e scuole chiuse

Italia zona rossa per il Coronavirus. Il Governo Conte estende a tutte le Regioni, a partire da oggi martedì 10 marzo e fino al 3 aprile, le misure già attive in Lombardia e in altre 14 province e relative all’emergenza Coronavirus. Il premier giorni addietro aveva detto: “L’Italia non è il lazzaretto d’Europa”. E ora? Ora le nuove misure da “coprifuoco” prevedono il divieto di spostamento se non per “comprovati motivi di lavoro” o “gravi esigenze familiari o sanitarie”. L’intera Nazione viene dunque messo in sicurezza per tentare di fermare la corsa del virus, che ha contagiato (al 9 marzo, dati forniti dalla Protezione civile) 9.172 persone, 463 delle quali sono morte (724 i guariti, oltre 700 in terapia intensiva). Per Giuseppe Conte “occorre rinunciare tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini. Oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la guardia”. Il testo del decreto estende le misure varate domenica a tutta la penisola. “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”, ha detto Conte. “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta”. Da oggi, chiunque dovrà spostarsi da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare una autocertificazione per il controllo. Le modalità per autocertificare la ragionevolezza del proprio spostamento sono state definite lunedì: occorre un modulo da esibire al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé. Chi deve fare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono giornalmente o a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere o per impegni di carattere sanitario. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta al cittadino dimostrare di avere detto la verità.

Uscire per comprare cibo

Il decreto del Presidente del Consiglio prevede la possibilità di uscire di casa per motivi strettamente legati al lavoro, alla salute e alle normali necessità, quali, per esempio, recarsi a fare la spesa. Non è prevista la chiusura dei negozi di generi alimentari, che anzi rientrano tra le categorie che possono sempre restare aperte. Non è necessario e soprattutto è contrario alle motivazioni del decreto, legate alla tutela della salute e a una maggiore protezione dalla diffusione del Covid-19, affollarsi e correre ad acquistare generi alimentari o altri beni di prima necessità che potranno in ogni caso essere acquistati nei prossimi giorni. Sarà garantito regolarmente l’approvvigionamento alimentare.

Stop alla Serie A

Il Presidente del Consiglio ha annunciato che il campionato di calcio di Serie A sarà sospeso. “Non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo”, ha detto. Tutte le manifestazioni sportive, in tutta Italia, sono sospese.

Le scuole chiuse fino al 3 aprile in tutta Italia

Il premier ha anche annunciato che le scuole, in tutta Italia, rimarranno chiuse fino al 3 aprile. Sospese anche le lezioni universitarie. Chiusi musei, palestre, piscine, teatri, centri sociali e culturali. Previsto uno stop ai concorsi pubblici ad esclusione di quelli per il personale sanitario (e di quelli telematici) I bar e i ristoranti in tutta Italia dovranno chiudere dopo le ore 18. Durante le ore di apertura, dovranno mantenere l’obbligo di distanza di un metro altrimenti l’attività sarà sospesa. Chiusi i pub, le discoteche, le sale gioco, le sale bingo. Vietate le celebrazioni, comprese quelle di matrimoni e funerali, e tutte le messe. Le attività commerciali dovranno rispettare la distanza di un metro per i clienti altrimenti scatterà la sanzione. Se non riescono per motivi strutturali dovranno chiudere. Nei giorni festivi e prefestivi saranno chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Si raccomanda anche di contingentare gli accessi a negozi, mercati, fiere per evitare “assembramenti di persone”. L’accesso di parenti e visitatori a ospedali, hospice, strutture residenziali per anziani, pronto soccorso è “limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura”, che è “tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. Conte ha specificato che “non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici, per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”. La precisazione arriva dopo una giornata drammatica, dal punto di vista economico. Infatti la Borsa di Milano ha perso oltre 11 punti, nella peggiore seduta dal giorno del referendum sulla Brexit. Conte ha anche spiegato che il governo sta valutando di mettere in atto misure economiche che porterebbero a uno scostamento ancora maggiore rispetto a quanto preventivato (da 2,2% a 2,5%) per il rapporto Deficit/Pil.