Bolzano. Biblioteche italiane: nel 2019 i prestiti sono stati 520.000

Le biblioteche svolgono un ruolo fondamentale nel contesto culturale e sociale. In provincia di Bolzano sono 55 quelle in lingua italiana, con un ricco patrimonio supportato dall’amministrazione provinciale, in virtù di una normativa specifica. Confortanti i dati statistici, nei quali emergono soprattutto il numero di prestiti, 520.000 all’anno, garantiti agli utenti grazie a una rete capillare di strutture dislocate su tutto il territorio. Le biblioteche in lingua italiana in Alto Adige godono, dunque, di ottima salute e per garantire l’accesso pubblico alle informazioni, uno degli obiettivi indicati espressamente nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile del pianeta anche a livello locale è stato elaborato un documento che racchiude le linee guida per lo sviluppo del sistema bibliotecario italiano 2023. “Le nostre biblioteche sono percepite e riconosciute come un utile servizio al pubblico e godono di buona salute – sottolinea l’assessore alla cultura italiana Giuliano Vettorato – il documento punta a valorizzare ulteriormente il loro ruolo per fare rete e garantire ad ogni centro di prestito una valida metodologia e una strumentazione per costruirsi il proprio modello”. In Italia, le biblioteche pubbliche operano in assenza di un quadro normativo specifico di riferimento che armonizzi le competenze dello Stato con quelle delle Regioni. Da qui la necessità, anche da parte della Provincia di Bolzano, di individuare uno strumento per progettare il futuro delle strutture pubbliche che consenta alle singole biblioteche di agire in modo autonomo e di redigere i propri piani strategici, scegliendo le proprie priorità. “E’ importante che le biblioteche condividano risorse – dice Lucia Piva, direttrice dell’Ufficio educazione permanente, biblioteche e audiovisivi – migliorando l’accesso ai servizi e garantendo maggiore flessibilità per gli utenti: un luogo accogliente e stimolante per l’autoapprendimento, che incentiva quindi l’educazione permanente”.