Tenuta del Governo, il Senatore Matteo Renzi cerca la rottura sperando nel nuovo esecutivo su mandato del presidente della Repubblica

I numeri hanno la loro importanza, sono incontrovertibili e affermano il significato di ogni cosa quando sono parte integrante. Il Governo sta in piede anche con i voti di Italia Viva, in particolare al Senato. Se l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, decidesse di uscire dalla Maggioranza si dovrebbe tornare a votare. Gli argomenti non in linea con il pensiero del leader di Italia Viva non mancano: quello più gettonato il blocco della prescrizione, ma c’è il reddito di cittadinanza, quota cento, qualche carica istituzionale in più. Basta scegliere. Attualmente va di “moda” la prescrizione e Matteo Renzi la cavalca a piè sospinto per “ricattare” gli alleati: o la prescrizione rimane, o fuori dal Governo. Un Pd stufo della continua affermazione del Senatore Renzi a proposito della prescrizione, dovrebbe scrivere la parola fine al percorso del Governo e mandare gli italiani a votare. Ricordiamo che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in precedenza ha dichiarato che non ci saranno altri Governi dopo l’attuale se non attraverso una nuova consultazione elettorale. Un punto a sfavore di Matteo Renzi se pensa alla caduta del Governo e successivamente ad un nuovo esecutivo su decisione del Presidente Sergio Mattarella per salvare la legislatura. Di fronte a ciò, la domanda nasce spontanea: come si presenterebbe alle elezioni Italia Viva sapendo di non raccogliere oltre il 3,5% dei consensi? Si getterebbe tra le braccia del leader di FI Silvio Berlusconi, di Lorenzo Cesa e magari di Carlo Calenda, per un’aggregazione di Centro? E anche in questo caso quale sarebbe il risultato elettorale? Certamente non sufficiente per formare, con l’attuale legge elettorale, una Maggioranza. A meno che il Senatore Renzi voglia fare parte dell’intera famiglia del centrodestra. Una simile decisione farebbe la felicità di Silvio Berlusconi che gli spalancherebbe le porte e lo promuoverebbe leader di tutto il raggruppamento. Ma così non sarà, Matteo Renzi troverà il modo e le parole per non mettersi di traverso nell’aula del Senato quando si dovrà votare (forse attraverso la fiducia) sulla prescrizione. L’ex presidente del Consiglio ha tutto l’interesse per mantenere in vita l’attuale Maggioranza. Lo farà finché il suo movimento non avrà raggiunto un consenso da doppia cifre e ci vorrà molto tempo. E le cose che vanno troppo per le lunghe a volte finiscono per esaurirsi prima di arrivare al traguardo. Il percorso politico di Matteo Renzi è, purtroppo per lui, segnato: fare da riempitivo in una delle due coalizioni. Attualmente è parte essenziale del centrosinistra e come tale si deve comportare: contribuire a risolvere i problemi del lavoro e dei servizi. Due argomenti che, specie al Sud, continuano ad essere tabù. Continuando il discorso politico, le prossime elezioni regionali interesseranno sei Regione e tra queste la Toscana, le altre sono Puglia, Campania, Marche, Liguria, Veneto. In ognuna di queste Regione, a parte il Veneto dove sembra scontata la conferma dell’attuale presidente Zaia, ci sarà da “lottare” da parte del centrosinistra per confermare alcune Regione che attualmente amministra. Faccia vedere il senatore Matteo Renzi quanta capacità elettorale ha per contribuire al successo del centrosinistra, in particolare nella sua Toscana, e fare passare il messaggio che il nemico si trova nel centrodestra.