Usa 2020 ed Iran: Donald Trump è trionfante

Donald Trump è trionfante. Annuncia la fine della escalation nei confronti dell’Iran. Il tycoon colpendo gli iraniani ha puntato in alto nel confronto che si è aperto sabato scorso con l’uccisione del generale Qassam Soleimani, capo delle forze speciali dei Quds ed eroe nazionale.  Il presidente ha autorizzato il compimento di una missione che diversi dei suoi predecessori avevano già inquadrato ma per la quale si erano sempre rifiutati di procedere, nel timore che l’azione avrebbe aperto le porte di una guerra. Gli iraniani hanno fatto dietro front per evitare la guerra. Se i missili avessero ucciso americani, gli USA avrebbero puntato sul territorio dell’Iran. Washington sceglie la pressione economica piuttosto che quella militare. Decreta nuove sanzioni contro il regime con la speranza che la rabbia della folla nelle strade iraniane torni a indirizzarsi contro il governo degli ayatollah piuttosto che gli americani. Trump ha trovato anche l’occasione per ribadire che l’accordo dei cinque più uno (Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina Francia più la Germania) sul nucleare iraniano è morto, così come lui desiderava che accadesse già quattro anni fa, quando correva verso la Casa Bianca. Gli iraniani gli hanno dato una mano due giorni fa quando hanno detto che non si sentono più vincolati dai limiti di arricchimento dell’uranio che avevano concordato, e la voce dell’Europa è stata troppo debole in difesa dell’accordo. Trump cercherà ora di spingere la controparte iraniana ad un nuovo tavolo di trattative con misure più restrittive, vincoli di maggiore durata, e certificazioni più invasive per la sovranità del Paese. Il suo obiettivo finale è presentarsi alle elezioni di novembre con un accordo che porti la sua firma e rinneghi quella di Obama. Se Obama aveva il vanto di avere ucciso Osama bin Laden, Trump può reclamare l’eliminazione di al Baghdadi e ora di Soleimani.