Crisi di governo all’orizzonte: a gennaio il voto si avvicina

La crisi di governo e all’orizzonte e gli italiani sperano che il 2020 ponga fine all’incubo grillino. Sono tanti i temi che possono portare alla caduta del Governo. Ad iniziare dalla giustizia, e in particolare la prescrizione. La riforma voluta dal Guardasigilli Alfonso Bonafede entrerà in vigore mercoledì prossimo, quando, dal primo grado di giudizio la prescrizione sarà abolita. Il Pd punta ad intervenire per modificare la norma, smontando il provvedimento che aveva visto scontrarsi anche Lega e grillini. Conte, invece, prova ad aggirare l’ostacolo, considerando che gli effetti non arriveranno prima di due o tre anni. La questione sarà trattata in un vertice a palazzo Chigi il 7 gennaio. Altro tema caldo riguarda le tasse. Da luglio dovrebbe scattare il taglio delle tasse sul lavoro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro l’anno. Si tratterà di una detrazione destinata ad assorbire, estendendolo, l’attuale bonus 80 euro. Per questa voce sono stati stanziati 3 miliardi nel 2020. Subito dopo il governo inizierà a lavorare sulla più complessiva riforma dell’Irpef. L’obiettivo è la riduzione del carico fiscale, da realizzare compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica. Il ridisegno dell’imposta passerebbe per una riduzione dell’attuale numero di aliquote. A tenere banco l’intenzione di modificare i decreti sicurezza, varati dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il premier Conte è tornato ad annunciarlo e a ricordare che è uno dei 29 punti del programma di governo. La direzione è quella indicata dal Presidente della Repubblica Mattarella che aveva rilevato due criticità: la prima riguardava l’ammenda amministrativa, che arriva fino a 1 milione di euro, per chi salva i migranti. L’altra invece si riferiva al rispetto dei trattati internazionali. Questioni sulle quali Di Maio continua a nutrire dubbi. Il decreto Milleproroghe in materia di concessioni autostradali prevede in caso di revoca il subentro di Anas e indennizzi ridotti. Pertanto il governo Conte potrebbe provare a riavviare la trattativa con Autostrade per l’Italia, ma sfruttando la propria posizione di forza. L’obiettivo è quello di arrivare ad una profonda revisione della convenzione che regola i rapporti con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con stringenti impegni del concessionario in tema di investimenti, pedaggi e standard di sicurezza. Sullo sfondo resta comunque il rischio di una battaglia legale. Il referendum per introdurre il sistema elettorale maggioritario di Salvini, dopo aver ha ottenuto l’ok della Corte di Cassazione, attende il via libera della Corte Costituzionale. Il quesito era stato depositato a settembre dall’ex Ministro dell’Interno e da otto Consigli regionali. Se la Consulta lo ammetterà potrebbe diventare più complicato l’iter di riforma elettorale che la maggioranza ha avviato anche se un’intesa ancora non c’è. Favorevoli ad un ritorno al proporzionale con sbarramento, sono infatti il M5S, IV e Leu mentre il Pd resiste e, insieme alla Lega, attende la Consulta.